Cerca una parola nel portale | Ricerca avanzata | Indice di tutte le parole

Mappatura del portale | Ultimi aggiornamenti

La società siamo noi

noi la storia e la nostra cultura

una cultura senza comparti né livelli

che o c'è o non c'è

Noi le tradizioni

Il dialetto - Così parlavamo

Bruno Fiorentini

"La Guasibbibbia"

Interpretazzione semiseria in sonetti romaneschi

"E Isacco disse:

'Appressati qua, ch'io ti tocchi, figliol mio,

e riconosca se tu sei o no il figliolo mio Esaù'.

E quando l'ebbe palpato disse Isacco:

'La voce veramente è di Giacobbe,

ma le mani sono quelle di Esaù'."

Genesi XXVII, 21-22

57°

La benedizzione

Pelato un tordo, nun mollò la traccia (1).

Er padre s'era fatto balucano (2)

da nun distingue un culo da 'na faccia

e nemmanco un montone da un

[cristiano.

"Lo sento… sta a venì la

[Commaraccia (3)"

disse a Esaù "Nun annerò lontano.

Te vojo benedì; prima va' a caccia,

famme un sarmì (4), poi passerò la

[mano."

Ma la moje intrigò: c'era Bebbetto!

Je cucinò lei stessa certe sbobbe,

l'arivestì cor pelo d'un crapetto

e dar marito ce mannò Giacobbe.

Magnò, trincò, rottò… J'attastò er

[petto (5):

je parze l'antro e j'assegnò le robbe.

Note

1. La pista di caccia

2. Dalla vista assai debole: in realtà Isacco era quasi

cieco!

3. La "Commaraccia" o "Commare Secca" ( per il

fatto di essere rappresentata da uno scheletro) è

la morte

4. Salmì:

una pietanza a base di cacciagione in salsa

piccante, condita con aceto e peperoncino.

Sappiamo che Giacobbe apprezzava molto la

selvaggina del figlio

5. Per accertarsi che fosse veramente Esaù che,

come ci spiega il racconto biblico, era ricoperto

da una folta peluria