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La società siamo noi

noi la storia e la nostra cultura

una cultura senza comparti né livelli

che o c'è o non c'è

Noi le tradizioni

Il dialetto - Così parlavamo

Bruno Fiorentini

"La Guasibbibbia"

Interpretazzione semiseria in sonetti romaneschi

"Ma ella [Agar], vedendo che aveva concepito,

prese a farsi beffe della padrona."

Genesi XVI, 4

46°

Ismaele

"Contenti tutti…" voi direte. E no!

Rimasta ingravidata, la pischella 

arzò la cresta e fórzi (1) esaggerò. 

Sempre davanti a Sara in passarella

co la panzetta e un'aria da sfottò:

"Li vòi du' fichi?… Quarche

[mosciarella (2)?"

E Sara a ignotte (3) inzino a che sbottò:

"Abbra', o la moje... o st'antra

[mignottella!"

Sa', co le moji… Lui nun era fesso.

Scartò (4): "La schiava è tua: pènzece

[tu!"

E giù gran botte co la gionta (5)

[appresso.

Però le bòtte ciànno una virtù

(ce l'aveveno allora e puro adesso).

Agar fu zitta e bona, e mannò giù.

Note

1. Forse

2. Castagne secche.

Era evidente il significato offensivo di questi

"regali":

fruti mosci, avvizziti, come il grembo sterile di

Sara

3. Inghiottire, abbozzare

4. Cambiò discorso; si chiamò fuori

5. La "gionta" era un pezzo di carne che i macellai

usavano regalare ai loro clienti in aggiunta a

quanto si era acquistato.

Cioè le dette tutte le botte che si meritava e…

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