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La società siamo noi

noi la storia e la nostra cultura

una cultura senza comparti né livelli

che o c'è o non c'è

Noi le tradizioni

Il dialetto - Così parlavamo

Bruno Fiorentini

"La Guasibbibbia"

Interpretazzione semiseria in sonetti romaneschi

"Il Signore disse:

'Io non maledirò mai più la terra per le colpe degli uomini

imperocché i sentimenti e i pensieri dell'uomo

sono inclini al male sin dall'adolescenza;

io adunque non manderò più [un simile] flagello

sopra tutti i viventi come ho fatto.'"

Genesi VIII, 21

28°

Mancomale!

Ce lo fa comparì (1) davanti ar muso

- perché cià, l'omo, la memoria corta -

appena un temporale s'è concruso,

pe ricordacce quello d'una vorta.

Ce dice: "Come state co l'accuso (2)?"

Ce dice: "Attenti! Si me gira storta..."

Perché co l'acqua avrà magara chiuso,

ma tiè a portata rogne de 'gni sorta.

L'acqua? Co quella ce lavamo er

[grugno;

ce famo er brodo de gallina vecchia; 

ce stamo a mollo a comincià da giugno.

Dio lo disse a quell'omo in

[d'un'orecchia:

simmai sarà che ce misuri er pugno

nisun antro deluvio s'apparecchia (3).

Note

1. L'arcobaleno, naturalmente, di cui si è parlato

nella seconda parte del sonetto precedente

2. Espressione tratta dal gioco del "Tressette", in cui

ogni giocatore è tenuto a dichiarare le carte che ha

in mano

3. Si prepara, è in vista