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La società siamo noi

noi la storia e la nostra cultura

una cultura senza comparti né livelli

che o c'è o non c'è

Noi le tradizioni

Il dialetto - Così parlavamo

Bruno Fiorentini

"La Guasibbibbia"

Interpretazzione semiseria in sonetti romaneschi

"Riposò il settimo giorno da tutte le opere che aveva compiuto.

E benedisse il settimo giorno e lo santificò."

Genesi II, 2-3

10°

Domenica

E puro pe l'Eterno er tempo vola.

Un giorno e l'antro aveva fatto sei;

qui cominciò - scusate la parola -

a rompese li santi zebbedei (1).

Tutto ben fatto, senza annacce a scòla:

celo, tera… lui bello, bella lei;

ma s'era fatto un mazzo, cazzarola (2)!

Era vita da cani, no da dèi.

Ar settimo staccò, ripijò fiato.

"Sto giorno" disse "è giorno

[benedetto:

sarà tutto pe me che v'ho creato."

E spiegò: "'Gni lavoro si' interdetto.

Spupazzàteve (3)… - qui fu

[accontentato -

e penzate un po' a me!" Come nun

[detto.

Note

1. Sinonimo di "testicoli":

cioè a rompersi le scatole

2. In romanesco significa "casseruola", ma il

vocabolo è usato anche come interiezione

eufemistica per esprimere sdegno, noia,

meraviglia, ecc.

3. "Divertitevi!"