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La società siamo noi

noi la storia e la nostra cultura

una cultura senza comparti né livelli

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Noi l'immagine

Fotografia documentale

Marco Marini

"Non solo viaggi"

Bali

Il Paese

L'Indonesia o "Repubblica di Indonesia", democratica e di tipo

presidenziale, nel Sud-Est asiatico è composta da una miriade di

isole, oltre tredicimila (!), che ne fa il più grande Stato-arcipelago

al mondo, con un quarto di miliardo di abitanti quarto Paese più

popoloso dopo Cina, India e Stati Uniti d'America, seguita dal

Brasile, ed, in assoluto, il più popoloso Paese a maggioranza

musulmana al mondo.

Capitale Giacarta, l'Indonesia è quindi quasi del tutto circondata

dal mare, tra Singapore, Filippine, Australia ed India, ma ha anche

tratti di frontiere di terra su alcune delle sue isole, con Malesia

(sull'isola del Borneo), Papua Nuova Guinea (nell'isola di Nuova

Guinea) e con Timor Est (isola di Timor).

A causa delle sue ricchissime risorse naturali, l'Arcipelago

Indonesiano inevitabilmente attira da sempre forti interessi

commerciali - e quindi politici - di potenze straniere ed, almeno

dal VII sec con il Regno Srivijaya, si evolvono vivaci scambi con

Cina e soprattutto India, da cui gradualmente si erano andati

acquisendo modelli sociali, culturali, religiosi e politici già fin dai

primi secoli dopo Cristo, attraverso il susseguirsi di Regni indù e

buddhisti, mentre l'Islam vi verrà introdotto più tardi da mercanti

stranieri.

Per tutta l'Età delle Scoperte le potenze europee si contenderanno

violentemente il monopolio del commercio delle Isole della Sonda

e delle Molucche, con il risultato di un predominante colonialismo

olandese che durerà ben tre secoli e mezzo, finché l'Indonesia

cioè non raggiungerà la sua nuova indipendenza dopo la Seconda

Guerra Mondiale, incorporando comunque turbolenze interne

dovute a separatismo, processi di democratizzazione, mutamenti

economici fin troppo rapidi, continue tensioni fra gruppi etnici, 

linguistici e religiosi, dei quali quello giavanese è il più numeroso

e dominante.

Nonostante tutto, l'Indonesia si conferma come Stato unitario

e Nazione, con una identità condivisa che si basa su una lingua

nazionale, anche se in una diversità etnica accompagnata da

pluralismo religioso pur in una popolazione a stragrande

maggioranza musulmana con una incancellabile storia di

colonialismo e conseguente ribellione.

Non a caso il motto nazionale indonesiano tenuto sicuro fra gli

artigli della leggendaria "Garuda", aquila mitologica, nel blasone

sopra, recita:

Bhinneka tunggal ika

"Molti, ma uno"

vale a dire

"Uniti nelle diversità"

I contrasti sociali del Paese, dovuti in primo luogo ad una povertà

ancora drammaticamente reale, diffusa e radicata in gran parte

della popolazione, si rispecchiano in quelli naturali, con

vastissime aree disabitate e ancora selvagge, custodi di una delle

più ricche biodiversità del Pianeta, ed isole con una densità di

popolazione che nella sola Giava raggiunge i 114 milioni di

abitanti, due volte quella dellItalia, altre dalle variegate risorse

naturali così tuttora appetibili ad interessi stranieri ed ancora

quasi interamente da sfruttare.

La storia

Oggi l'Isola di Bali, la più importante meta turistica indonesiana

con una superficie di oltre 5.500 km² ed una popolazione di

4-4,5 milioni di abitanti, nel sub-arcipelago delle Piccole Isole

della Sonda e separata dall'Isola di Giava dallo Stretto di Bali,

costituisce l'unica Provincia indonesiana a maggioranza induista.

La presenza umana sull'isola già in età preistorica è testimoniata

da reperti del 3000 aC, a conferma dell'immigrazione di

popolazioni asiatiche, la prima "storicità", alcuni cocci con

iscrizioni braminiche databili al I sec aC, vi testimoniano il

successivo insediamento di popolazioni indù provenienti

dall'India, mentre fra i più antichi veri documenti la cosiddetta

"Carta di Blanjoung" del 913 dC, in sanscrito, ed un'iscrizione su

pietra, detta "Pietra di Calcutta" perché conservata nel Museo

Indiano di Calcutta, del 1041.

La colonia a Bali verrà fondata dall'Impero Majapahit nel 1343,

poi al declino di questo inizi XVI sec l'occupazione di Giava del

Re musulmano di Demak con un massiccio esodo verso Bali di

gruppi culturalalmente dominanti, come artisti, religiosi,

intellettuali.

Primi fra gli Europei a raggiungere l'isola saranno i Portoghesi nel

1585, seguiti dagli Olandesi nel 1597 che faranno di Bali grande

esportatrice di cotone, riso, bestiame e selvaggina fondandovi

anche Batavia, odierna Giacarta, nel 1619 e dando purtroppo

l'avvio ad un tristemente fiorente mercato di schiavi (oltre duemila

all'anno, per lo più prigionieri di guerra dei Principi balinesi

barattati con armi e, soprattutto, oppio, di cui si fa grande

consumo.

Da metà Seicento un susseguirsi di Regni - di Buleleng a Nord,

di Klungkung, di Karangasem a Est, di Mengwi a Sud, di

Blambangani, Re che si convertiranno all'Islam a fine Settecento

alleandosi con la Compagnia Olandese, il cui interesse

commerciale per Bali si trasformerà in interesse politico di Stato

all'inizio dell'Ottocento.

Nel 1840 gli Olandesi vinceranno militarmente un totale dominio

sull'isola, lasciando comunque ai locali l'ininterrotto controllo di

religione e cultura, interrotto solo dall'occupazione giapponese

durante la Seconda Guerra Mondiale e subito voluto restaurare

alla resa del Giappone nel 1945, ma il Governo coloniale

prebellico verrà duramente contrastato da ribelli balinesi almeno

fino al loro annientamento l'anno seguente, preludio alla divisione

dell'Isola in Repubblica di Indonesia, con Sukarno e Hatta, e

Repubblica dell'Est Indonesia, Bali inclusa, quale "reazione" degli

Olandesi.

A fine 1949 i Paesi Bassi saranno comunque costretti a

riconoscere l'indipendenza della Repubblica degli Stati Uniti di

Indonesia, anche se proprio Bali si staccherà dall'Olanda soltanto

nel 1956.

Il Paese verrà duramente provato da catastrofi naturali e sociali,

nel 1963 l'eruzione del vulcano Agung con migliaia di vittime e

conseguente crisi economica, poi nel 1965, dopo un fallito colpo

di Stato, le squadre della morte sponsorizzate dal Generale

Suharto si renderanno responsabili della strage di oltre 100mila

balinesi, simpatizzanti e presunti membri del PKI, il Partito

Comunista Indonesiano, e ancora oggi si vive a Bali sotto recente

memoria e mai assopita la minaccia di atti di terrorismo.

L'isola

L'Isola di Bali è appena a 8° Sud dall'Equatore, di forma

romboidale, di una superficie di appena circa 150 km Est-Ovest

per 110 km Nord-Sud, costa orientale e centro montagnose,

incorporando i vulcani attivi Monte Agung, di oltre 3.000 m slm ad

Est, e, al centro, il Monte Batur, oggi di più modesti 1.700 m, ma 

la cui megaeruzione di circa 30mila anni fa sia di fatto stimabile

alla più violenta e distruttiva mai avvenuta sulla Terra, mentre

verso Sud una piana alluvionale viene solcata da fiumi stagionali.

Dagli Anni Settanta-Ottanta l'economia dell'isola, già

prevalentemente agricola, viene sempre più caratterizzata dal un

forte sviluppo turistico, grazie a flussi prevalentemente asiatici ed

europei verso le fasce costiere meridionali, anche se la

popolazione continuerà a rimanere contadina, con una ricca

produzione di riso, frutta, verdura, cacao, caffè, tè, caucciù,

tabacco e spezie, affiancata sia da una importante attività di pesca

che di artigianato, tra cui intagli di pietra e legno, lavorazione di

oggetti in argento e tessitura di stoffe, tra cui il famosissimo

"batik" -  ꦧꦠꦶꦏ꧀ membatik, da amba, "scrivere", e titik, "punto,

goccia", disegno a gocciolatura o puntiforme (almeno nella sua

procedura originaria), una tecnica di ripetuta tintura colore per

colore, ottenuta coprendo ciascuna volta di cera le aree del

tessuto da non impregnare con quel pigmento.

Oltre ad essere famosa per la sua cultura artistico-artigianale,

Bali conserva anche un ricco patrimonio tradizionale di musica,

il "gamelan", danze, quali il "legong", il "barong" e il "kecak",

godono anch'esse di grande seguito nella popolazione.

La cucina di Bali, si disfferenzia leggermente da il resto della

cucina tipica indonesiana con l'uso abbondante di spezie fresche,

cocco, kecap manis (una salsa di soia dolce), arachidi, mentre

frequente è la marinatura del cibo con pesti di curcuma, zenzero,

scalogno, aglio, peperoncino e molte altre spezie prima della sua

cotto quasi sempre alla griglia o al vapore, il tutto accompagnato

da bevande tipo acqua di cocco, the indonesiano, kopi Bali, caffè

locale in polvere zuccherata...

Benvenuti a Bali!

Bali

Flauto e bambu

Musica tradizionale

Bali

"Gamelan"

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