Bracciano, Roma

sabato 8 agosto 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Bracciano -

I medici dell'Ospedale

scendono in campo per

denunciare il trasferimento

di altro personale

dal Padre Pio al San Paolo

di Civitavecchia

 

                                   

 

                                   

 

 

 

di Iris Novello

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

L'Ospedale Padre Pio di Bracciano

(Foto © Iris Novello)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Nell'agosto 2007, dopo una visita

all'Ospedale Padre Pio, l'Assessore

Regionale alla Sanità Augusto Battaglia

aveva assicurato interventi significativi

per il rilancio del nosocomio

braccianese, determinando anche i

tempi ed i costi necessari alla

realizzazione delle opere.

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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Gli interventi promessi dall'Assessore riguardavano

la messa a punto di un nuovo blocco operatorio con

due camere comprensive di subintensiva, finanziato

dalla Regione con 1.400.000 euro, la costruzione di

un nuovo pronto soccorso e percorsi verticali per le

degenze, dal costo complessivo di 2.300.000 euro, e

la chiusura dei lavori entro il 2008.

 

"I lavori avviati o in fase di ultimazione - aveva

dichiarato Battaglia - costituiscono una base solida

per il definitivo progetto di riorganizzazione e rilancio

dell'Ospedale Padre Pio che si attesterà su 120 posti

letto e costituirà un fondamentale punto di forza della

Sanità del comprensorio braccianese".

 

 

Lo scenario che si presenta dopo due anni è

alquanto deludente e non riguarda solo i lavori a

malapena iniziati o i posti letto che si attestano

intorno alle sessanta unità, così come la chiusura

totale del reparto di ostetricia-ginecologia o

l'impossibilità di offrire assistenza cardiologica e

ortopedica in determinate ore della notte, ma

coinvolgono anche il personale sanitario, costretto

ad operare in condizioni disastrose o ad essere

trasferito.

 

"In questi giorni si è realizzato l'ennesimo episodio

di scarsa considerazione dell'Ospedale Padre Pio da

parte della dirigenza della ASL RM F e del Direttore

del Dipartimento materno della RM F" accusa il

Coordinamento Italiano Medici Ospedalieri -

Associazione Sindacale dei Medici Dirigenti (CIMO-

ASMD) attraverso manifesti e volantini apparsi a

Bracciano, recriminando il "trasferimento a

Civitavecchia del personale medico della UOC

ostetricia e ginecologia che effettuava turni di

guardia per coprire le emergenze ostetrico-

ginecologiche afferenti al Pronto Soccorso, dove,

tra gennaio e luglio, sono state effettuate 500

consulenze specialistiche, 3 parti e 5 interventi

chirurgici ginecologici non differibili".

 

 

L'unico ospedale tra Roma e Civitavecchia rischia di

chiudere per una oscura volontà politica.

 

Infatti non si spiega come mai "nonostante

l'Ospedale Padre Pio abbia sempre avuto una

produttività e un bacino di utenza maggiore a quello

di Civitavecchia - si legge ancora nel manifesto - la

ASL RM F continua a privilegiare l'Ospedale San

Paolo a scapito del Padre Pio, anche se ciò comporta

l'interruzione di prestazioni sanitarie, comprese

quelle d'urgenza".

 

 

La CIMO-ASMD nel frattempo ha già diffidato in

questi giorni il Primario Antonio Castellanova a

ritirare il provvedimento di trasferimento di medici

pediatri e ginecologi da Bracciano a Civitavecchia ed

ha informato il Prefetto, chiedendo nel contempo il

sostegno dei politici locali e della popolazione alla

mobilitazione perché "tale episodio si somma alla

gravissima carenza di cardiologi anche essi assunti e

assegnati a Civitavecchia".

 

Un tema particolarmente sentito quello delle

condizioni in cui versa l'Ospedale Padre Pio, sia

dagli operatori sanitari sia dai residenti del territorio,

tanto che il 15 gennaio scorso si è svolto un

Consiglio comunale "aperto" con questo unico

punto all'ordine del giorno, cui erano presenti anche

il Vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio,

Carlo Lucherini, e il Consigliere Regionale Membro

della Commissione Sanità, Massimiliano Maselli.

 

 

In quell'occasione, il Consiglio aveva votato un

documento unitario per chiedere la riapertura

immediata dal reparto di ostetricia e deroghe rispetto

al Piano di rientro dal deficit previsto dalla Regione

Lazio per consentire l'assunzione di nuovo

personale.

 

Le buone intenzioni anche in quell'occasione non

sono mancate, ma i mali di un nosocomio sempre in

bilico tra promesse di rilancio ed effettivi collassi si

stanno manifestando in tutta la loro pienezza.

 

 

Di tutti questi lavori "fantasma", trasferimenti di

personale e condizioni lavorative alquanto

approssimate una cosa è certa, non si possono più

accettare prese di posizioni che non tengano conto

dei bisogni dell'utenza.