Gli interventi promessi dall'Assessore
riguardavano
la messa a punto di un nuovo blocco operatorio con
due
camere comprensive di subintensiva, finanziato
dalla Regione con
1.400.000 euro, la costruzione di
un nuovo pronto soccorso e percorsi
verticali per le
degenze, dal costo complessivo di 2.300.000 euro, e
la
chiusura dei lavori entro il 2008.
"I lavori avviati o in fase di
ultimazione - aveva
dichiarato Battaglia - costituiscono una base
solida
per il definitivo progetto di riorganizzazione e rilancio
dell'Ospedale Padre Pio che si attesterà su 120 posti
letto e costituirà
un fondamentale punto di forza della
Sanità del comprensorio braccianese".
Lo scenario che si presenta dopo due anni
è
alquanto deludente e non riguarda solo i lavori a
malapena iniziati o
i posti letto che si attestano
intorno alle sessanta unità, così come la
chiusura
totale del reparto di ostetricia-ginecologia o
l'impossibilità
di offrire assistenza cardiologica e
ortopedica in determinate ore della
notte, ma
coinvolgono anche il personale sanitario, costretto
ad operare
in condizioni disastrose o ad essere
trasferito.
"In questi giorni si è realizzato
l'ennesimo episodio
di scarsa considerazione dell'Ospedale
Padre Pio da
parte della dirigenza della ASL RM F e
del Direttore
del Dipartimento materno della RM F" accusa il
Coordinamento Italiano Medici
Ospedalieri -
Associazione Sindacale dei Medici Dirigenti (CIMO-
ASMD)
attraverso manifesti e volantini apparsi a
Bracciano, recriminando il "trasferimento
a
Civitavecchia del personale medico della
UOC
ostetricia e ginecologia che effettuava
turni di
guardia per coprire le emergenze
ostetrico-
ginecologiche afferenti al Pronto Soccorso, dove,
tra gennaio e luglio, sono state effettuate 500
consulenze specialistiche, 3 parti e 5 interventi
chirurgici ginecologici non differibili".
L'unico ospedale tra Roma e Civitavecchia
rischia di
chiudere per una oscura volontà politica.
Infatti non si spiega come mai
"nonostante
l'Ospedale Padre Pio abbia sempre avuto una
produttività e
un bacino di utenza maggiore a quello
di Civitavecchia - si legge ancora nel manifesto - la
ASL RM F continua a privilegiare
l'Ospedale San
Paolo a scapito del Padre Pio, anche se ciò comporta
l'interruzione di prestazioni sanitarie, comprese
quelle d'urgenza".
La CIMO-ASMD nel frattempo ha già diffidato in
questi giorni il Primario
Antonio Castellanova a
ritirare il provvedimento di trasferimento di
medici
pediatri e ginecologi da Bracciano a Civitavecchia ed
ha
informato il Prefetto, chiedendo nel contempo il
sostegno dei politici
locali e della popolazione alla
mobilitazione perché "tale episodio si
somma alla
gravissima carenza di cardiologi anche
essi assunti e
assegnati a Civitavecchia".
Un tema particolarmente sentito quello
delle
condizioni in cui versa l'Ospedale Padre Pio, sia
dagli operatori
sanitari sia dai residenti del territorio,
tanto che il 15 gennaio
scorso si è svolto un
Consiglio comunale "aperto" con questo unico
punto all'ordine del giorno, cui erano presenti anche
il Vice Presidente del
Consiglio Regionale del Lazio,
Carlo Lucherini, e il Consigliere
Regionale Membro
della Commissione Sanità, Massimiliano Maselli.
In quell'occasione, il Consiglio aveva
votato un
documento unitario per chiedere la riapertura
immediata dal
reparto di ostetricia e deroghe rispetto
al Piano di rientro dal deficit
previsto dalla Regione
Lazio per consentire l'assunzione di nuovo
personale.
Le buone intenzioni anche in
quell'occasione non
sono mancate, ma i mali di un nosocomio sempre in
bilico tra promesse di rilancio ed effettivi collassi si
stanno
manifestando in tutta la loro pienezza.
Di tutti questi lavori "fantasma",
trasferimenti di
personale e condizioni lavorative alquanto
approssimate
una cosa è certa, non si possono più
accettare prese di posizioni che
non tengano conto
dei bisogni dell'utenza.
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