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Quanto al progetto eolico di Calcata, è lo stesso
discorso
di Faleria, non si pụ aiutare l'ambiente
devastandolo.
Per contrastare le emissioni di CO2
sarebbe molto
più intelligente, utile ed economico fare dei
rimboschimenti, cosa che non si fa più da decenni e
decenni.
Forse perché con gli agronomi, i
boscaioli, i botanici
ed i geologi c'è poco frutto, mentre con i
costruttori
di centrali eoliche (con tutto il loro corredo di
cemento) è
tutta un'altra cosa…?
Inoltre, per quanto riguarda le energie
alternative,
oltre al solito fotovoltaico su tutti gli edifici moderni
(in particolare quelli delle aree industriali), si
potrebbe ricorrere al
microeolico domestico e
pubblico, sperimentando ad esempio la tecnologia
del lampione eolico-fotovoltaico per le illuminazioni
della zone moderne
dei paesi;
tempo fa si parḷ pure di una valorizzazione del Treja
in
chiave idroelettrica, ma non capisco perché tali
progetti - di energia
veramente pulita - siano stati
accantonati.
Riguardo invece al sito indicato per la
Centrale
Eolica di Calcata, ossia sulla strada per Magliano,
occorre ribadire che si tratta di una zona assai
vincolata (oltre che
paesisticamente splendida,
panoramica e ricca di coltivazioni pregiate)
e che fa
attualmente da giuntura fra i parchi della Valle del
Treja e di
Vejo.
Inoltre, la strada stessa è ormai parte
integrante del
circuito delle 'Strade dei Parchi del Lazio' che tende
a
valorizzare la rete viaria minore regionale, tant'è
che lungo di essa
sono stati installati vari tabelloni
didattico-turistici.
Ed è una zona che è stata negli ultimi decenni
strappata con i denti
alla speculazione edilizia grazie
all'interessamento di associazioni
ambientaliste e
studiosi naturalisti, e che oggi costituisce un
fondamentale corridoio biologico per la fauna
selvatica.
Infatti non bisogna dimenticare che tutto il territorio
dell'Agro
Falisco e del Parco di Vejo soffre già di mali
gravissimi a livello
ambientale, come la speculazione
e l'abusivismo edilizi, spesso feroci,
per cui quello
che c'è di integro (è ce n'è fortunatamente) è quasi
un miracolo vista la vicinanza con Roma, sicché dare
in pasto questo
delicato territorio all'eolico sarebbe
proprio uno scempio a livello
urbanistico, ambientale
ed economico.
Speriamo che tali progetti - qui come altrove -
rientrino e che si
incominci a progettare un serio e
reale sviluppo economico sostenibile
in un territorio
dalla vocazione turistica straordinaria e tutta ancora
da valorizzare e promuovere, magari con un grande
Parco Agricolo e
Naturale dell'Agro Falisco.
Se poi veramente i Comuni di Faleria e Calcata si
dichiarano coś
sensibili all'ambiente, sarebbe
d'uopo iniziassero ad occuparsi delle
reali
emergenze della zona, come l'inquinamento dei fiumi
(dove scaricano ancora i paesi) gli smottamenti delle
colline, e la mancanza di verde pubblico nei
paesi, in
particolare a Calcata Nuova che, pur essendo un
paese circondato da foreste, paradossalmente non
possiede nemmeno un parco degno di questo nome
che possa dare sollievo ai propri abitanti nelle
ore
più calde ed essere un ritrovo per bambini e
ragazzi!" |