Inizia con queste parole il "libro bianco" consegnato
in 1.200 copie sabato scorso in Piazza IV Novembre
ai
cittadini di Bracciano dal Comitato Montebello per
rendere partecipe la
popolazione del degrado in cui
vivono le 160 famiglie del quartiere.
La cronistoria presentata nelle venti pagine
dell'opuscolo ha inizio
dalla citata Convenzione,
quando cioè è stato affidato al lottizzatore
il diritto di
costruire in cinque anni una serie di villette e uffici,
ma con due vincoli precisi, ovvero realizzare a
proprie spese le opere
di urbanizzazione e cedere
gratuitamente al Comune tutte le aree
destinate a
strade, verde collettivo e parcheggi.
Nel 1994 un folto gruppo di abitanti del
quartiere
situato nella zona nuova del paese ha denunciato il
mancato
allaccio ai servizi pubblici e la carenza
cronica di opere di
urbanizzazione.
"Nessun tratto di strada interno alla lottizzazione è
asfaltato e non
risultano ancora realizzate le piazze,
le zone di sosta e parcheggio, i
marciapiedi, gli spazi
pedonali, la segnaletica stradale, l'impianto di
pubblica illuminazione, la sistemazione del verde
pubblico, come
previsti dalle tavole di progetto" si
legge nella relazione (prot. 3539)
presentata un mese
dopo dal Responsabile dell'Area Tecnica, nella quale
viene anche specificato che
"il Comune deve
obbligatoriamente applicare l'art. 10 della
Convenzione, sospendendo, previa messa in mora
della
Società, l'esecuzione dei lavori ed il rilascio
delle concessioni edilizie".
Nonostante le urbanizzazioni in difetto, la
distribuzione idrica ed
elettrica allacciata ancora al
cantiere e la carente sicurezza pubblica,
nel 1995 il
Consiglio Comunale ha prorogato la convenzione di
altri
cinque anni.
Sono seguiti esposti al Sindaco, ai
Carabinieri, ai
Vigili Urbani e alla ASL per richiedere l'intervento
urgente sullo stato di abbandono del Quartiere dove
discariche a cielo
aperto, acque stagnanti e putride
sulle strade "derivanti dall'incompleta realizzazione
della rete destinata al recupero delle
acque pluviali
e risultante non collegata alla rete principale
comunale", l'infestazione di rettili, la polvere
sollevata dalle strade
non asfaltate e la mancata
sicurezza di cantieri privi di recinzione,
non
permettono una abitabilità consona ad ogni
principio di sicurezza e
decoro.
Nuove concessioni di costruzione vengono rilasciate
nell'aprile del
2000, a febbraio e settembre del 2002 e
nell'aprile del 2007, ma nel
corso di tutti questi anni
poco o niente è stato fatto riguardo le opere
di
urbanizzazione, tanto è vero che il nuovo
Collaudatore incaricato dal
Comune nell'agosto del
2008 ha dichiarato in una relazione presentata il
mese scorso che "la quantificazione tecnico-
economica delle opere
eseguite non a norma e di
quelle non eseguite ammonterebbe a 954 mila
euro".
"Dopo l'inutile incontro avvenuto il 12
marzo tra il
Collaudatore ed i Tecnici del Comune,
al quale il
Sindaco
non si è presentato - ha
dichiarato uno dei
130 iscritti al Comitato -
finalmente il 17 marzo siamo
stati ricevuti dal Primo Cittadino, ma
purtroppo non
abbiamo ancora avuto risposte concrete".
Le "colpevoli disattenzioni degli Organi
Comunali",
con tutte le
"gravi inadempienze"
che ne sono
seguite hanno determinato la richiesta formale
presentata dal Comitato
al Sindaco Sala, nella quale
si invoca
"di non
prendere in considerazione alcuna
ulteriore concessione o convenzione
edilizia a
Montebello, se preventivamente non saranno
completate,
collaudate e trasferite gratuitamente al
Comune tutte le opere di
urbanizzazione, di rifiutare
decisamente ogni cambio di destinazione
d'uso
all'interno del villaggio, che deve restare
esclusivamente
abitativo, di vigilare sulla
trasparenza di ogni atto amministrativo e
sul
controllo della legalità, impedendo, ad esempio, che
qualcuno costruisca senza licenze, su aree verdi e
magari scantonando in Servitù
Militari, di adoperarsi
per instaurare un rapporto di trasparenza e
reale
collaborazione con il quartiere, rispondendo ai
diversi quesiti
presentati per iscritto e protocollati,
molti dei quali rimasti ancora senza risposta, e di
impegnarsi a fondo per
la sicurezza dei cittadini,
perché - continua l'istanza protocollata il 10 marzo -
anche grazie alle
mancate urbanizzazioni Montebello
lamenta un incremento esponenziale di
furti nelle
case, col rischio di sequestri di persona e di fatti di
sangue, in un clima reso incandescente da ripetute
minacce ed intimidazioni".
Riguardo quest'ultimo punto il Comitato di Quartiere
ha sottoposto non
solo alle Autorità competenti le
avvenute intimidazioni perpetrate nei
confronti di
alcuni abitanti di Montebello, ma ha anche
pubblicamente
informato la popolazione che "negli
ultimi tempi l'intensificarsi
di inqualificabili episodi
di insofferenza" sono
probabilmente dovuti
"alla
denuncia di ciò che non va".
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