Bracciano, Roma

sabato 21 marzo 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Quartiere Montebello in

rivolta: "Carenti le opere

di urbanizzazione!"

 

                                   

 

                                   

 

 

 

di Iris Novello

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Bracciano, Roma, il banchetto del Comitato Montebello in Piazza IV

Novembre

(Foto © Iris Novello)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

"In vent'anni gli Organi politici e tecnici

del Comune hanno consentito

costruzioni, parcellizzazioni e vendite

di lotti senza il preventivo

accertamento che fossero realizzate

interamente tutte le opere di

urbanizzazione previste dalla

Convenzione del 1985".

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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Inizia con queste parole il "libro bianco" consegnato

in 1.200 copie sabato scorso in Piazza IV Novembre

ai cittadini di Bracciano dal Comitato Montebello per

rendere partecipe la popolazione del degrado in cui

vivono le 160 famiglie del quartiere.

 

La cronistoria presentata nelle venti pagine

dell'opuscolo ha inizio dalla citata Convenzione,

quando cioè è stato affidato al lottizzatore il diritto di

costruire in cinque anni una serie di villette e uffici,

ma con due vincoli precisi, ovvero realizzare a

proprie spese le opere di urbanizzazione e cedere

gratuitamente al Comune tutte le aree destinate a

strade, verde collettivo e parcheggi.

 

 

Nel 1994 un folto gruppo di abitanti del quartiere

situato nella zona nuova del paese ha denunciato il

mancato allaccio ai servizi pubblici e la carenza

cronica di opere di urbanizzazione.

 

"Nessun tratto di strada interno alla lottizzazione è

asfaltato e non risultano ancora realizzate le piazze,

le zone di sosta e parcheggio, i marciapiedi, gli spazi

pedonali, la segnaletica stradale, l'impianto di

pubblica illuminazione, la sistemazione del verde

pubblico, come previsti dalle tavole di progetto" si

legge nella relazione (prot. 3539) presentata un mese

dopo dal Responsabile dell'Area Tecnica, nella quale

viene anche specificato che "il Comune deve

obbligatoriamente applicare l'art. 10 della

Convenzione, sospendendo, previa messa in mora

della Società, l'esecuzione dei lavori ed il rilascio

delle concessioni edilizie".

 

 

Nonostante le urbanizzazioni in difetto, la

distribuzione idrica ed elettrica allacciata ancora al

cantiere e la carente sicurezza pubblica, nel 1995 il

Consiglio Comunale ha prorogato la convenzione di

altri cinque anni.

 

Sono seguiti esposti al Sindaco, ai Carabinieri, ai

Vigili Urbani e alla ASL per richiedere l'intervento

urgente sullo stato di abbandono del Quartiere dove

discariche a cielo aperto, acque stagnanti e putride

sulle strade "derivanti dall'incompleta realizzazione

della rete destinata al recupero delle acque pluviali

e risultante non collegata alla rete principale

comunale", l'infestazione di rettili, la polvere

sollevata dalle strade non asfaltate e la mancata

sicurezza di cantieri privi di recinzione, non

permettono una abitabilità consona ad ogni

principio di sicurezza e decoro.

 

 

Nuove concessioni di costruzione vengono rilasciate

nell'aprile del 2000, a febbraio e settembre del 2002 e

nell'aprile del 2007, ma nel corso di tutti questi anni

poco o niente è stato fatto riguardo le opere di

urbanizzazione, tanto è vero che il nuovo

Collaudatore incaricato dal Comune nell'agosto del

2008 ha dichiarato in una relazione presentata il

mese scorso che "la quantificazione tecnico-

economica delle opere eseguite non a norma e di

quelle non eseguite ammonterebbe a 954 mila euro".

 

"Dopo l'inutile incontro avvenuto il 12 marzo tra il

Collaudatore ed i Tecnici del Comune, al quale il

Sindaco non si è presentato - ha dichiarato uno dei

130 iscritti al Comitato - finalmente il 17 marzo siamo

stati ricevuti dal Primo Cittadino, ma purtroppo non

abbiamo ancora avuto risposte concrete".

 

 

Le "colpevoli disattenzioni degli Organi Comunali",

con tutte le "gravi inadempienze" che ne sono

seguite hanno determinato la richiesta formale

presentata dal Comitato al Sindaco Sala, nella quale

si invoca "di non prendere in considerazione alcuna

ulteriore concessione o convenzione edilizia a

Montebello, se preventivamente non saranno

completate, collaudate e trasferite gratuitamente al

Comune tutte le opere di urbanizzazione, di rifiutare

decisamente ogni cambio di destinazione d'uso

all'interno del villaggio, che deve restare

esclusivamente abitativo, di vigilare sulla

trasparenza di ogni atto amministrativo e sul

controllo della legalità, impedendo, ad esempio, che

qualcuno costruisca senza licenze, su aree verdi e

magari scantonando in Servitù Militari, di adoperarsi

per instaurare un rapporto di trasparenza e reale

collaborazione con il quartiere, rispondendo ai

diversi quesiti presentati per iscritto e protocollati,

molti dei quali rimasti ancora senza risposta, e di

impegnarsi a fondo per la sicurezza dei cittadini,

perché - continua l'istanza protocollata il 10 marzo -

anche grazie alle mancate urbanizzazioni Montebello

lamenta un incremento esponenziale di furti nelle

case, col rischio di sequestri di persona e di fatti di

sangue, in un clima reso incandescente da ripetute

minacce ed intimidazioni".

 

Riguardo quest'ultimo punto il Comitato di Quartiere

ha sottoposto non solo alle Autorità competenti le

avvenute intimidazioni perpetrate nei confronti di

alcuni abitanti di Montebello, ma ha anche

pubblicamente informato la popolazione che "negli

ultimi tempi l'intensificarsi di inqualificabili episodi

di insofferenza" sono probabilmente dovuti "alla

denuncia di ciò che non va".