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Il Piccolo Museo del Lavoro e dell'Industria

"L'Industria"

Vigna di Valle

Il Museo Storico dell'Aeronautica Militare

Luciano Russo

La collezione di velivoli

Macchi-Hanriot HD-1

Famoso caccia progettato dall'Ingegnere Dupont, in struttura

mista legno-metallo e con ala superiore atipicamente più ampia,

robusto, maneggevole, compatto, sobriamente elegante, dalle

ottime prestazioni in salita, e per questo scelto dall'Italia nel 1916

come "caccia".

Diventerà il preferito di molti "Assi" della Prima Guerra Mondiale,

tra cui Silvio Scaroni, del Servizio Aeronautico del Regio Esercito,

con oltre 30 vittorie aeree di cui 26 confermate secondo Asso

dell'Aviazione Italiana pre-Aeronautica Militare dopo Francesco

Baracca, Mario Fucini, con 13 rapportate vittorie aeree di cui 7

confermate, e Giorgio Michetti, figlio del famoso pittore Francesco

Paolo Michetti e amico di Gabriele D'Annunzio, con 5 vittorie

aeree confermate.

Questo esemplare è però di Flavio Torello Baracchini, del Servizio

Aeronautico del Regio Esercito, Asso contraddistinto dall'insegna

personale di combattimento a forma di poker d'assi, con 31

vittorie aeree di cui 21 riconosciute, Medaglia d'Oro e d'Argento al

Valor Militare durante la Prima Guerra Mondiale, conseguite in soli

sei mesi effettivi di attività.

Comandante della 81ª Squadriglia "in concorrenza" con la 76ª

Squadriglia di Silvio Scaroni, viene considerato il primo pilota

"cacciatore" italiano.

Baracchini crea una sua personale tattica di combattimento,

sfruttando al massimo proprio le eccellenti caratteristiche

tecniche e, per l'epoca, straordinarie prestazioni dell'aeromobile

già elencate, salendo cioè fino a 5.000 metri ad aspettare

pazientemente il nemico, anche a lungo, in agguato, per poi, una

volta avvistato, gettarvisi sopra in picchiata e scaricarvi contro

raffiche di mitragliatrice, ma solo a colpo sicuro, da pochi metri

di distanza.

Essenziale per la sua tattica un assoluto controllo del velivolo in

vere e proprie acrobazie aree, come avvitamenti, cadute libere,

cerchi della morte, e naturalmente il coraggio di ingaggiare un

duello in qualsiasi circostanza, a costo di essere ripetutamente

colpito, cercando di non lasciarsi mai togliere l'iniziativa.

Morto Francesco Baracca nel 1918 è lui il miglior Asso vivente

dell'Aviazione Militare Italiana le cui imprese vengono esaltate  

propagandisticamente dalla stampa nazionale, "Eroe" e "Padre"

della Caccia, come qui nel Corriere di Napoli:

"[...]

È un giovane [...] e i giovani sono pur

sempre, in ogni campo dell'attività

umana, le energie vive della Nazione.

Ma Flavio Torello Baracchini è qualche

cos'altro:

è un autentico eroe.

E come tale, da oggi, egli entra nella

storia della nostra invincibile aviazione

da guerra!

[...]"

Caratteristiche tecniche

Anno di costruzione:

1916

Tipo di velivolo:

Biplano

Terrestre

Monomotore

Monoposto

Da caccia

Apertura alare:

    8,50 m

Superficie alare:

  17,50 mq

Lunghezza fusoliera:

    5,84 m

Peso a vuoto:

410 kg

Motore:

"Le Rhône" 9J

Rotativo

9 cilindri

120 CV

Costruito dal 1913 dalla

francese "Gnome et

Rhône", nota come Le

Rhône, e impiegato su

aerei francesi e britannici

durante la Prima Guerra

Mondiale, prodotto su

licenza in Gran Bretagna

dalla "W.H. Allen Son &

Company" e copiato dalla

tedesca "Motorenfabrik

Oberursel" come

"Oberursel U. II"

Velocità massima:

185 km/h

Tenente Pilota Casimiro Buttini

Medaglia d'Oro al Valor Militare sul campo

Motivazione

della Medaglia d'Oro al Valor Militare

"Abilissimo ed arditissimo pilota di aeroplano da

caccia, con serena incuranza del pericolo ed

indomito coraggio, in trenta giorni di servizio al

fronte sostenne brillantemente e vittoriosamente

35 combattimenti aerei, riuscendo ad abbattere

9 velivoli avversari."

Cielo del Basso e Medio Isonzo,

15 maggio - 22 giugno 1917

Data conferimento R.L. del 2 agosto 1917