Ci vuole coraggio a non fare domande, a
non
chiedere spiegazioni, a dire se l'è cercata, se l'è
voluta, erano
brave persone, ma no è una Famiglia
perbene, come farebbero a far male
ai loro figli…
Ci vuole coraggio a voltarsi sempre ed
essere in
prima fila a partecipare un funerale, una novena,
un'opera
buona.
Ci vuole coraggio a non avere paura della
propria
Famiglia, a dormire fuori casa in ciabatte mentre una
bella
forca già ingrassata ci attende.
Ci vuole coraggio a dire buongiorno , a voltare la
faccia, a non sentire
la puzza, a dire lasciamoli
lavorare…
A lavorare come una serva, come una
balia, facendo
crescere nelle tasche del grembiule la paura e farla
mangiare ai propri figli, ai nipoti, e a rispettare la
Famiglia.
Operazione giro d'Italia - Il processo si
terrà il 18
maggio:
Traffico di rifiuti, tutti rinviati a giudizio.
Da noi la terra è pulita, differenziamo la monnezza, ci
conviene stare
zitte.
Mettiamo da parte i rifiuti, spazziamo la
strada e la
casa, non c'è niente di pericoloso:
cava scava e ricava che
ce l'abbiamo dentro il
coraggio della paura.
Da Capranica, altro che chiacchiere, ci
si difende:
"… si parla di inquinamento poco
significativo
rispetto ai metalli presenti nel terreno, che fanno
parte
dell'aspetto tipico di quel territorio.
La relazione è decisamente
rassicurante ed esclude
comunque il pericolo di diffusione
dell'inquinamento".
In Sicurezza.
Il corso della giustizia, in primis
divina, continua…
come il Giro d'Italia:
vadano altri in giro a visitare
Deboli Castelli
Accusatori, noi non ci si vergogna di niente.
Giù, in apnea, ci sono ben altre notizie in arrivo,
maltempo che va e
viene, si salvi chi può.
E non hanno creduto in niente… hanno paura (canta
e suona un
certo Ignazio Scassillo) "Traffico abusivo
di rifiuti nel Viterbese, quindici rinvii a giudizio".
È quanto ha decretato
venerdì il Giudice per le
Udienze Preliminari Silvia Mattei per i 15
indagati che
devono rispondere, a vario titolo, di falsità ideologica
in
certificati commessa da persona esercente un
servizio di pubblica
utilità e attività organizzata per
traffico illecito di rifiuti.
Nel processo si sono
costituiti parte civile
l'Associazione Ambientalista Legambiente
regionale,
quella provinciale, la Regione Lazio, i Comuni di
Castel S.
Elia, di Vetralla e Capranica, il WWF e
privati cittadini.
L'inchiesta, conclusa nel 2005, è stata coordinata dal
PM Stefano D'arma
e ha scoperto un traffico illegale
di 250 mila tonnellate di rifiuti
speciali, pericolosi e
non, provenienti da tutta Italia e aventi come
destinazione finale la Provincia di Viterbo, per un
giro d'affari
stimato sui 2,5 milioni di euro.
Il Pubblico Ministero
ha ipotizzato che gli imputati,
d'accordo con altri soggetti,
scaricavano forti
quantitativi di rifiuti incompatibili con la
destinazione
a recupero mediante conferimento in siti di ripristino
ambientale, per realizzare il massimo profitto.
La difesa, invece, afferma che gli imputati agivano in
pieno rispetto
delle norme vigenti in materia, tanto
che i rifiuti arrivavano in cava
accompagnati da
regolari certificati di non pericolosità.
L'avvocato Marco
Russo, difensore del titolare
dell'impianto di Capranica, aggiunge:
"La relazione depositata dall'ENEA al
Comune di
Capranica il 29 settembre 2008, nell'ambito della
conferenza
dei servizi per la messa in sicurezza e per
la bonifica dell'area sotto accusa parla
chiaro"
afferma "si parla di inquinamento poco
significativo
rispetto ai metalli presenti nel terreno, che fanno
parte
dell'aspetto tipico di quel territorio.
La relazione è decisamente rassicurante
ed esclude
comunque il pericolo di diffusione
dell'inquinamento".
Prima udienza davanti
al giudice monocratico il
prossimo 13 maggio.
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