"Il personale del Corpo Forestale dello
Stato sta
eseguendo dalle prime luci dell'alba un'ordinanza
emessa dal
G.I.P. Gaetano Mautone del Tribunale di
Viterbo con la quale si
dispongono le misure
cautelari in carcere a carico di sei indagati, in
pieno
accoglimento delle richieste formulate in tal senso
dai PM Stefano
D'Arma e Fabrizio Tucci della Procura
della Repubblica presso il
Tribunale di Viterbo a
seguito di una complessa e lunga indagine svolta
dal
N.I.P.A.F. - Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale
e Forestale
di Viterbo.
I fatti per cui si procede sono emersi
circa un anno fa
e hanno comportato un'attività investigativa posta in
essere con massivo ricorso a intercettazioni sia
telefoniche sia
ambientali, con circa 100.000
conversazioni registrate e valutate e
6.500 ore di
riprese video effettuate a mezzo di microspie
occultate in
uffici e macchine, evidenziando fatti
riscontrati anche a mezzo di
indagini bancarie, di
pedinamenti e appostamenti finalizzati ad
avvalorare
quanto emergeva dall'attività di ascolto.
È stato così svelato un quadro corruttivo e
concussorio ordito da alcuni
soggetti al fine di
rilasciare autorizzazioni (anche illegittime) in
materia
di cave e di vincoli paesaggistici.
Per entrambe le tematiche tenute sotto controllo, che
vedevano
coinvolte distinte Amministrazioni,
fungeva da perno un funzionario del
Comune di
Viterbo (Massimo Scapigliati, 56enne addetto
all'Ufficio Pubblica Incolumità Cave e Torbiere),
elemento di congiunzione con i
Pubblici Uffici, al
quale gli istanti dovevano rivolgersi al fine di
accordarsi per la dazione illecita nonché per i termini
delle autorizzazioni richieste.
Veniva pertanto accertata la corruzione di un
funzionario della Regione
Lazio (G.D.P., 63 anni,
addetto all'Ispettorato di Polizia Mineraria ed
Energia)
per aver rilasciato a due imprenditori viterbesi (D.C.,
56anni,
ed il figlio D.C., 31 anni) un'autorizzazione in
materia di attività
estrattive rappresentando
falsamente l'intervento oggetto del
provvedimento.
Veniva infatti autorizzata la messa in sicurezza di una
cava
abbandonata da anni quando invece lo scopo
era quello di ultimare
l'escavazione nello stesso sito,
evitando così la ben più complessa
procedura
burocratica prevista per questi casi e risparmiando
inoltre le
tasse che gravano sul materiale estratto ai
fini commerciali.
Scapigliati ha svolto le funzioni di intermediario tra
gli imprenditori
e il funzionario della Regione,
ricevendo una dazione di € 10.000 per
poi girarla
nelle mani di quest'ultimo con la promessa di
ulteriori
dazioni una volta avviata l'attività estrattiva.
Per quanto riguarda gli episodi di concussione posti
in essere da due
funzionari della Soprintendenza per
Beni Architettonici e Paesaggistici
per le Province di
Roma, Rieti e Viterbo, ne sono stati osservati ben
otto, per un importo variabile ma che è stato
osservato arrivare fino ad
€ 20.000 per una singola
pratica.
I soggetti, che usavano un permesso in materia,
sapevano che per
assicurarsi tempi brevi nel rilascio
dell'autorizzazione o per ottenerla
anche se in
contrasto con le normative vigenti, dovevano
rivolgersi al
dipendente del Comune di Viterbo
(Massimo Scapigliati), il quale fungeva
da
intermediario con i due funzionari della
Soprintendenza curando i
passaggi delle pratiche e
del danaro in contanti, di cui tratteneva
normalmente
per sé una quota parte.
Lo scambio avveniva di norma nell'ufficio del
Comune di Viterbo in uso
al funzionario, dove gli
investigatori avevano posizionato sia microfoni
sia
microcamere nascoste in modo da osservare ogni
dettaglio dei crimini
commessi.
I funzionari della Soprintendenza nei loro colloqui
arrivavano a
minacciare i soggetti che si rivolgevano
loro, qualora non si fossero
dimostrati tempestivi nei
pagamenti, giungendo a ritenere come atto
naturale e
dovuto l'incasso delle dazioni.
Da questamattina sono in corso nel Lazio da parte
del N.I.P.A.F. di
Viterbo quattordici perquisizioni di
abitazioni, uffici sia pubblici sia
privati e numerose
escussioni con il sequestro di tutte le istruttorie
più
recenti presenti presso gli Uffici Pubblici teatro dei
delitti per
cui si procede, e la relativa imponente
documentazione verrà vagliata al
fine di evidenziare
nuovi episodi atteso che è ragionevole ritenere che
quelli finora individuati non rivestano carattere di
eccezionalità.
All'attività odierna stanno operando ottanta uomini
appartenenti al
N.I.P.A.F. e ai CC.SS. del Comando
Provinciale C.F.S.
[Corpo Forestale dello Stato]
di
Viterbo con l'aiuto del personale del Comando
Provinciale del C.F.S.
di Roma e del N.I.C.A.F.
[Nucleo
Investigativo Centrale di Polizia Ambientale
e Forestale]
dell'Ispettorato Generale C.F.S..
Nel Capoluogo della Tuscia a essere raggiunti dal
provvedimento, un
impiegato comunale e due
imprenditori di Celleno.
Nella capitale, invece, si tratta di due funzionari della
Soprintendenza e un funzionario della Regione.
Tra i fermati dalla Forestale nel Capoluogo della
Tuscia, Massimo
Scapigliati, Caposervizio a Palazzo
dei Priori, Responsabile per cave,
torbiere e pubblica
incolumità.
Per lui l'accusa è di corruzione e concussione.
Le indagini riguarderebbero autorizzazioni per una
discarica in una
zona protetta e la costruzione di una
villa in un'area sottoposta a
vincolo paesaggistico,
secondo le prime indiscrezioni.
L'accusa sarebbe di corruzione, rilascio di false
autorizzazioni a
vantaggio di due imprenditori, padre
e figlio, viterbesi finiti in
manette.
Gli imprenditori sono Domenico Chiavarino 56 anni,
il padre, e il
figlio, Dario Chiavarino di 31 anni.
Per loro l'accusa è di corruzione.
Gli arrestati nella Capitale sono Giovannino Fatica
della
Soprintendenza di Roma, che negli ultimi anni
si è occupato della Tuscia,
Antonio Di Cioccio,
sempre della Soprintentenza, e il funzionario della
Regione Lazio Giuseppe De Paolis, 63 anni, addetto
all'Ispettorato di
Polizia Mineraria ed Energia.
Per i funzionari l'accusa è di concussione.
Le indagini sono scattate un anno fa e condotte con
l'aiuto di diverse
intercettazioni telefoniche e
ambientali e registrazioni filmate, in cui
comparirebbe anche Scapigliati.
Secondo gli investigatori, l'uomo avrebbe fatto da
tramite fra
imprenditori e tecnici e i pubblici ufficiali
per il rilascio di false
autorizzazioni in materia di cave
e di vincoli paesaggistici."
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