Non mi manca dunque niente, neanche
l'Informazione.
Possiedo parecchi libri accumulati nel
tempo, oltre
quelli che posso consultare in biblioteca o che mi
invia
qualche temerario scrittore o piccolo editore e
ho anche un PC.
Leggo e scrivo molto, una necessità
divenuta in
questi anni emergenza mentale, altrimenti andrei non
solo fuor
di porta ma anche di testa.
Apprendo coś stasera da un giornale locale
a cui
sto anche scrivendo come a tutti voi - ViterboOggi -
e che mi invia
la sua newsletter, che Don Salvatore
del Ciuco, con una lettera,
non teme di dire che la
venuta del Papa è stato un evento di portata
storica a
Viterbo:
ne ha tutte le ragioni.
E passando in rassegna quanto è stato fatto
ed
accaduto continua:
"È
stata una
giornata faticosa per il Papa e per gli
organizzatori.
Ma insieme una giornata piena di gioia
come quando
si attende e s'incontra una persona cara".
Si dà il caso che sotto la stessa notizia
ne compare
un altra:
Roma-Viterbo, treno
fermo - ritardi e disagi per i
pendolari.
Il guasto nel primo pomeriggio, la linea
ripristinata in
serata.
Ecco vedete, non è la prima volta che
accade, accade
tutti i giorni, sia che piove e la situazione peggiora,
sia
che c'è il sole e c'è qualche altro accidente.
C'è un solo binario fino ad un certo punto
della tratta
e uno di treno aspetta l'altro.
Portano tutti pazienza e rassegnazione, a volte,
molto raramente,
malcelato disappunto e rabbia.
Si è tentato di tutto, blocchi ed appelli,
articoli e
denunce, proteste e preghiere.
Ma il rientro sfianca dopo una giornata
faticosa,
sempre meno di quella che ha affrontato il Papa e gli
organizzatori del 6 settembre 2009.
E diventa gioia tornare, come arrivare al
lavoro e
sapere che non si è licenziati per i ripetuti ritardi.
A volte tutto questo non accade e il datore
di lavoro,
qualunque esso sia e che si sia rimediato, è stanco
di scuse e
giustificazioni, di preghiere e ritardi.
Anche in famiglia e tra le proprie persone
care,
sorgono malumori, non si possono prendere
impegni, non si pụ
rispettare un appuntamento,
anche importante.
È accaduto anche a me che non sono una
"sensitiva" ma semplicemente una prudente utente
dei servizi pubblici, non
fornita di patente alla guida
se non di un patentino e una macchina
ciclomotore
che mi sono permessa di acquistare con la mia
liquidazione per
i brevi spostamenti.
Ho mancato, sia pure con ampi periodi di
tempo
antecedente alla partenza, funerali e feste, convegni
e
appuntamenti.
Sono arrivata tardi o non sono arrivata affatto.
Ad Agosto, avevamo un treno ogni due ore,
le
scuole chiudono ma non il resto, ci si muove e lo si
vorrebbe fare con
un minimo di garanzia.
Ho spesso come tanti optato per il COTRAL:
come già esposto a Consigliere e Consiglieri,
l'ultima vettura da Viterbo,
verso Roma, parte alle
19.45.
Mi è passata la voglia e me la sono fatta
passare, di
seguire le innumerevoli occasioni culturali che
Viterbo e
Provincia ha offerto e offre, sono tagliata
fuori ma questo è un problema
personale.
Diventa collettivo quando raccolgo lo
sfinimento di
centinaia di testimoni anonimi e silenziosi:
non sanno più
che fare.
Il tema è vecchio di decenni, che dico risale al 1800,
quando si penṣ che
era di valenza nazionale: lo so
e lo sapete anche voi.
La colpa e la responsabilità è di tutti e
di nessuno,
sicuramente lo sarebbe anche in parte mia se non
scrivessi e
non lasciassi nulla di intentato… almeno
ho provato.
Volendo andare al mare nei periodi estivi e
come
molte con i figli e senza la macchinetta, avremmo
Civitavecchia
vicina:
bisogna tornare a Roma per arrivarci, vale lo stesso
per Orte, in
nostra provincia.
Risalgono al 1921 i primi due cantieri
aperti per la
Civitavecchia-Capranica e Orte-Ronciglione.
Abbiamo l'onore di essere citati su
Wikipedia,
l'enciclopedia libera.
Volo per pudore, sulla possibilità di
andare al Lago
di Vico.
Nell'importante dettagliato e prezioso documento
visitabile in internet
"La ferrovia Civitavecchia
Capranica Orte"
http://digilander.libero.it/archeoind/cco/ apprendo
che la ferrovia
suindicata è servita da sfondo
naturale e reale in molti film, tra questi "Un giorno da
leoni".
Non vorrei passarne neanche uno di questa
portata,
basterebbe trascorrerne 365 l'anno da cittadini con
pari diritti
e doveri, come quello dell'obliterazione e
di una serena e certa andata e
ritorno.
Non abbiamo ancora un Aereoporto a Viterbo,
per
nostra fortuna, ma questa è una mia considerazione
socio-ambientale,
ma abbiamo un evento storico, un
treno che cammina come una tartaruga
ammalata e
sporca, in tempi di papamobile ed elicotteri, di
navette e SUV
e comunicazioni veloci come il vento.
Fiore del cielo è andato a riposo, come è
documentato da un fedele video di Viterbo Tv,
vorremmo concludere anche
noi una delle tante
giornate da cittadine e cittadini, trasportati con
cura,
anche senza fiori ed omaggi:
paghiamo fedelmente anche noi il
trasporto
occasionale o da abbonati.
Abbiate pazienza, ce ne abbiamo avuta anche noi, io
molta per tutta la
vita a "respirare la spiritualità del
luogo e sentire aleggiare lo Spirito
Santo" e che "non
è esagerato dirlo, di portata storica"
questo incivile
modo di trattare le persone come merci avariate.
Non mi aspetto che il Santo Padre, come
attesta del
Ciuco, annuisca dicendo:
"È vero, è vero…", confido - e
forse sbaglio - che mi
crediate voi, l'Informazione Locale, del Comune,
della Provincia e della Regione.
Sarebbe una gioia grande anche per me, dire
grazie,
ad un segno contrario a questo passo, non cortese,
dei Tecnologici
Tempi…
Dateci una mano, anche due, a far
riemergere questa
necessità primaria di un servizio pubblico certo, che
assolva i nostri impegni di lavoro e studio, come
bere mangiare e dormire,
senza escludere il tempo
libero della conoscenza turistica e commerciale.
Considerate questa mia una raccomandata o
almeno
una lettera di posta prioritaria, come ormai lo sono
tutte.
Apritela per favore, la Porta e la lettera.
Rimango in attesa con i piedi per terra.
Cordiali saluti a tutta la Comunità laica e religiosa.
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