Se aveste avuto i natali in un'altra
Nazione magari in
Germania, in Francia, in Inghilterra, in Albania, ciò
che fate avrebbe avuto un senso;
forse qualcuno vi avrebbe anche
incoraggiato.
Ma il fatto è, cari amici sobri, che voi
siete nati in
Italia e fate quindi parte ufficialmente della
Repubblica
Italiana.
Dovreste dunque già sapere che l'Italia ha
in
disgusto tutto ciò che sobrio, serio, affidabile,
coerente (quest'ultima
parola, da noi, considerata
addirittura un'offesa o, nei casi migliori, un
termine
adatto a definire gli imbecilli che non faranno mai
carriera),
proprio perché il pilastro su cui si regge il
Paese è un altro:
la
telepolitica.
Forse voi non lo avete ancora capito
perché, come
sembra evidente, avete dei problemi a rapportarvi
con la
realtà, cari sobri, ma la telepolitica e tutto ciò
che da essa
deriva è molto più efficace e appagante
della vostra tanto amata sobrietà.
Certo!
Volete per caso mettere in dubbio i
risultati che
siamo riusciti ad ottenere in decenni e decenni di
telepolitica?
Grazie a noi ora il Popolo Italiano non ha
più
problemi o, almeno, ne ha di molto inferiori:
ora il cittadino medio
si deve preoccupare
dell'andamento del Grande Fratello, invece che degli
schieramenti politici italiani da votare.
E per i più impegnati - noi, infatti, ci
occupiamo di
tutte le esigenze - ci sono sempre quei talk show
politici nei quali quelli che i cittadini chiamano
politici si azzuffano e
si insultano declamando se
stessi e gettando fango sugli avversari.
E poi, a trasmissione conclusa, si ritrovano nel
ristorante del Parlamento
a scherzare come amiconi
e a pensare al giorno migliore per aumentarsi lo
stipendio.
[No quest'ultimo periodo cancellalo: non
è opportuno
parlarne.]
E se per caso il cittadino medio si trovi,
per cause
indipendenti dalla nostra volontà, chiaro, a essere
nauseato
dalla nostra classe politica, ci sono sempre
quei simpatici individui che,
in veste di
Collaboratori, contribuiscono a rendere il tutto più
interessante, più pluralista, come si dice tra noi
addetti ai lavori.
Di questi Collaboratori ce ne sono quanti
ne volete.
Se vi piace, potete andare sul blog
di Beppe Grillo
che, cavalcando la delusione degli scontenti, gioca
con
il senso di frustrazione altrui e si diverte a fare
l'alternativo con
sceneggiate di dubbio gusto [togli
di "dubbio gusto" e metti "in
conformità con lo stile
della telepolitica"], appagando le esigenze
del suo
pubblico che vede in lui - fruitore del condono
fiscale nel 2003
che tanto aveva criticato, possessore
di una Ferrari, una barca a
motore, due case,
condannato per omicidio colposo per la morte di
due
adulti e un bambino, costretto a patteggiare una
multa di 4.000 euro per
diffamazione aggravata nei
confronti di Rita Levi Montalcini - il
paladino della
giustizia.
Tenetevi comunque sempre pronti ad
aggiornare la
vostra Lista politici, gentilmente offertavi dal
Governo,
in quanto sembra che Grillo stia tentando
di iscriversi al PD e di
candidarsi al Congresso del
Partito.
A proposito del Governo, cari amici
stupidamente
sobri, in questi giorni abbiamo avuto un'altra
grandiosa
dimostrazione di come esso crede
fermamente nei valori della
telepolitica.
Ci crede a tal punto che ha applicato il codice
telepolitico ai
giornali.
Oh, non stupitevi, lo fa già da anni!
Però in questi giorni qualcuno ha davvero
esagerato
e ha violato le norme sulle quali si regge il sistema:
l'ex
Direttore dell'Avvenire, Dino Boffo, dimessosi
necessariamente, ha perso
la testa ed è diventato
uno di voi!
Ha chiesto al Presidente del Consiglio,
Silvio
Berlusconi, di adottare un comportamento più
sobrio e,
ovviamente, la stampa manovrata dalla
telepolitica governativa è
intervenuta per porre fine
all'indecente anomalia Boffo.
Inutile dire che noi tecnocrati
[togli
"tecnocrati"]
della telepolitica siamo estremamente
compiaciuti di
averlo fatto fuori [sostituisci "averlo fatto fuori"
con
"averlo messo in condizioni di non nuocere alla
credibilità della
Patria"].
Già che ci siamo, ci sentiamo di
ringraziare Il
Giornale, senza il quale Boffo sarebbe ancora lì a
cianciare di sobrietà.
Morte ai nemici della telepolitica!
Sobri, pentitevi!
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