Calcata, Viterbo

giovedì 13 agosto 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Viterbo -

Papa Ratzinger e

Silvio Berlusconi: 

"Libera Chiesa in libero

Stato"...

Ma va...?

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Fonte: Comunicato Stampa Laico di Paolo D'Arpini

   

 

                                   

 

 

 

3 commenti dei lettori

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Stati Uniti d'Italia - Tre Guerre Risorgimentali per riappropriarci col

sangue dello Stato laico gettate nel cesso da una politica sporca,

bigotta e ruffiana

(Grafica della Redazione)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Stamattina, 13 agosto 2009, dopo aver

inviato il nostro notiziario quotidiano

"Il Giornaletto di Saul" ai soci del

Circolo Vegetariano VV.TT., sono salito

alla Canossa di Calcata Nuova, per

affrontare le solite umiliazioni

giornaliere da parte di una società che

considera "cittadini" solo coloro che

rientrano in un sistema.

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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Ieri, tanto per dirne una, sono andato a Manziana

dove Anna Lamberti Bocconi ha presentato un

interessante libro sociologico sulla condizione

"altra" dei Romeni in Italia.

 

In verità anch'io sono un "rumeno" a Calcata, sono

un cittadino di serie "B" od anche "C", in primis

perché non sono nativo del posto, in secundis

perché non conforme alle norme statutarie del posto

(appartenenza politica e religiosa etc.), in tertiis

perché mi occupo del posto e non dovrei, in quanto

non essendo del posto perché mi impiccio?

 

(Et caetera).

 

 

Eppure ciò non ostante continuo a vivere a Calcata

ed a salutare tutti quelli che incontro per strada,

salvo che non siano satanassi incarnati.

 

Ma definire questi concittadini "satanassi" per me

non significa che io escluda la loro esistenza e

compartecipazione alla vita comunitaria, loro fanno

la parte di chi arreca danno volontariamente, ma

chissà quanti altri - sia pur convinti di far del bene -

non arrechino danno alla comunità?

 

 

Comunque per farla breve, sorbendomi il solito

cappuccino caldo al baretto sotto al Comune, ecco

che mentre leggo il giornale mi è caduto l'occhio sui

titoli di prima pagina:

"I Vescovi protestano contro il TAR per aver escluso

gli insegnanti di religione dal giudizio scolastico".

 

Poi dal giornalaio, dove faccio la rassegna stampa

ad uffa, ho scoperto che la notizia stava su tutti i

giornali:

"La CEI attacca il TAR", "L'Italia è un paese

cattolico", "Vaticano contro i giudici"...

 

 

Incredibile - mi son detto - ma veramente questi

credono che la difesa dei loro interessi di bottega

possa arrivare sino a 'sto punto, e come mai la

stampa gli da tanto credito?

 

 

Ma non sanno che l'Italia è una nazione

indipendente e non è una colonia vaticana?

 

Inoltre, come si permettono questi preti a voler a tutti

i costi "plagiare" la gioventù e pretendere di dare un

voto nelle scuole sulla base della conoscenza di una

religione, la loro?

 

 

Triste sorpresa, quella di stamattina a Canossa,

incrementata da altri titoloni sui quotidiani locali per

la visita di Papa Ratzinger a Viterbo e la probabile

venuta del Silvio Berlusconi ad accoglierlo e tutto il

resto del teatrino annesso e connesso.

 

Soprattutto ridicolo ma anche pietoso.

 

 

Purtroppo uno schema mentale è sovrapposto alla

spontanea rivelazione dell'umano in noi, prima

ancora di essere italiani, cristiani o buddisti, noi

siamo "uomini", ma tale consapevolezza è talmente

offuscata che le nostre intrinseche qualità vengono

sommerse da una pletora di idee, costrizioni e

strutturazioni precostituite dalla società.

 

Si potrebbe anche definire, con qualche eufemismo,

"cultura", ma sicuramente è un recinto che

impedisce il libero pensiero.

 

 

Non solo la "società civile" con le sue regole e le sue

imposizioni di nazionalità e ceto costringe l'uomo ad

un'esistenza etichettata, anche le religioni

contribuiscono enormemente alla stratificazione

sociale e differenziazione di quel che è

assolutamente indivisibile.

 

 

E ritornando al discorso dei "Romeni", sull'essere

ovunque e comunque straniero, fortunatamente,

pian piano, l'uomo si sta riconoscendo sempre più

abitante della Terra e non particolarmente di una

nazione od etnia.

 

Questa tendenza alla "globalità" va aiutata attraverso

cambiamenti e riforme che portino la libertà

personale dell'uomo alla sua originaria

manifestazione.

 

 

Lasciando da parte il discorso della nazionalità che

può essere superato il momento in cui le Istituzioni

sopranazionali diverranno universalmente

riconosciute e l'identità nazionale verrà sostituita

dall'idea della cittadinanza planetaria.

 

Per questo occorre ancora attendere.

 

 

Ma c'è qualcosa che si potrebbe iniziare a fare, qui

ed ora, in Italia, con questo stesso Governo in

carica, ed è l'ampliamento delle libertà laiche a

partire dalla nascita dell'individuo sino alla sua

dipartita.

 

E del primo passo compiuto dal TAR, in merito alla

posizione reale degli insegnanti di religione, occorre

essere riconoscenti ai giudici amministrativi.

 

 

In Italia i bambini, i neonati, sono i primi sfruttati, in

senso ideologico e religioso, obbligati dai loro

stessi genitori e dagli obblighi "sociali" a sottostare

alle strumentalizzazioni religiose.

 

 

Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi

"religione", un bambino innocente viene obbligato

ad un percorso religioso, del tutto

inconsapevolmente, cominciando con il battesimo,

poi la cresima e poi ancora la comunione.

 

Ed in più, per consuetudine od ipocrisia sociale,

deve studiare la "religione" anche a scuola, il

bambino incolpevole viene così legato ai riti e ad

una fede che non conosce e non ha l'età per capire

se sia buona o cattiva.

 

 

L'adesione ad una religione può avvenire solo

nell'età della ragione, come fatto personale, e non

come costrizione imposta dalla consuetudine o dalla

paura.

 

Si va a votare a 18 anni?

 

Anche per l'adesione religiosa bisogna avere almeno

quell'età, altrimenti è violenza e prevaricazione su

minori (si chiamava "plagio" ma per comodità dei

preti questo reato è stato cancellato dal codice

penale e civile).

 


P.S.

 

La sentenza incriminata:

"Una sentenza del TAR dell'11 agosto 2009 dichiara

che i docenti di religione non possono partecipare a

pieno titolo agli scrutini ed il loro insegnamento non

può avere effetti sulla determinazione del credito."

   

 

                                   

 

                                   

 

                                 

 

                                   

 

 

Commenti dei lettori

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Commento #1

 

... Io ringrazio i bravi insegnanti di religione, che

svolgono coscientemente il proprio lavoro a scuola,

che sanno "insegnare" la "Religione", anche la

religione cattolica... che cosa c'è di male?

 

Vorrei che tutti coloro che hanno accolto con grande

"gioia" la sentenza del TAR riguardante l'esclusione

degli insegnanti di religione dagli scrutini,

esponessero valide motivazioni circa il loro pensiero.

 

 

Ho avuto colleghi di religione che mi hanno

insegnato tantissimo in merito al discorso

"interconfessionale" proprio della religione:

sono colleghi che si "spezzano in quattro" per

preparare le lezioni da affrontare in aula con i ragazzi,

colleghi che organizzano viaggi d'istruzione nei

luoghi di culto (Moschee, Sinagoghe, Chiese

ortodosse...), che mi hanno permesso di prestare

servizio di volontariato presso la Caritas di Roma alla

mensa del Colle Oppio.

 

Sono "docenti" che tante e tante volte sanno

interpretare, meglio di tante altre "figure scolastiche",

le dinamiche relazionali dei ragazzi, anche attraverso

la lettura e l'approfondimento di "testi sacri", testi

imbevuti di spiritualità e "vita"...

 

 

Ovviamente, come specificato all'inizio, mi sto

riferendo a chi svolge con "coscienza" il proprio

lavoro...

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Commento #2

 

... Il problema è che le religioni, l'etica e la morale si

sovrappongono alla natura umana e creano un

costrutto che impedisce la fioristura spontanea

dell'individuo...

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Commento #3

 

La nostra vita non è separata dalla Vita.

 

La nostra esistenza individuale è parte dell'Esistenza

totale, inscindibilmente connesse, inseparabili.

 

 

C'è nell'Induismo una bellissima immagine che

raffigura il Creatore, Brahma, attaccato con un

cordone ombelicale a Vishnu.

 

Vishnu in questo caso raffigura l'Uno da cui tutto

procede e non soltanto il Conservatore.

 

Ed anche noi siamo collegati all'ombelico del Cosmo,

poiché siamo un'espressione vitale dell'interezza

della vita, dipendenti dalla Sorgente.

 

 

In una forma di meditazione zen ci si concentra

sull'ombelico, hara in giapponese, che viene

considerato il punto d'incontro dell'energia vitale, ki.

 

Nel Tantra quel punto corrisponde al chakra in cui

brucia il fuoco eterno, Manipura (plesso solare).

 

 

Secondo altre scuole la base di collegamento con

l'infinito, di cui siamo la manifestazione, è indicato in

altre aree o chakra:

nella base della colonna spinale, nel cuore, nella

ghiandola pineale o sulla sommità della testa (la

fontanella).

 

Poco importa la sua ipotetica "ubicazione" - che è

solo una convenienza descrittiva in quanto come può

essere "ubicato" quello che tutto contiene? - ciò che

conta è che sicuramente per ognuno di noi esiste un

"Centro", una radice che nutre il nostro essere.

 

Possiamo non esserne consapevoli ma il "Centro"

esiste e si esprime in forma di Coscienza.

 

 

Secondo Abraham Maslow "l'attuazione di sé"

significa divenire consapevoli di questo "Centro".

 

Vivere lontano dal proprio "Centro", che è il ponte

che unisce la nostra esistenza individuale con quella

Universale, corrisponde al sentirsi separati, "gettati

su questo mondo" - usando le parole di Sartre.

 

Ovvero ritenersi estranei e privi di radici con

l'esistenza.

 

 

Da ciò deriva una condizione di perenne

inquietudine, che cerchiamo di soddisfare con i

desideri e le scelte, ma il risultato é solo frustrazione,

paura, incertezza e lotta… ed è una lotta che conosce

solo sconfitta!

 

Infatti come ci si può ribellare o tentare di modificare

la vita quando noi stessi siamo una sua emanazione?

 

 

Perciò, nella spiritualità laica, la realizzazione,

l'integrità, la "santità" (se preferite questo termine)

consiste nel risiedere nel proprio "Centro".

 

Nel lasciarsi andare in profondità sino alle radici

dell'Io.

 

 

È difficile?

 

Sembra impossibile?

 

 

In verità è la cosa più semplice di questo mondo,

poiché - come affermava Ramana Maharshi - non

possiamo fare a meno di essere quel che già siamo,

basta divenirne consapevoli:

 

"Scendete alle radici stesse dell'io.

Sperimentate ciò che siete nel profondo".

 

 

"Qualsiasi cosa è stata oggetto di esperienza, ed

accettata, può essere anche trascesa;

qualsiasi cosa venga repressa, e non accettata, non

potrà mai essere trascesa"

Osho

 

 

"La gioia consapevole nel mondo è la stessa

dell'estasi nel Samadhi (assorbimento trascendente

nel Sé)"

Shivasutra

 

 

"Io ed il Padre mio siamo Uno…" 

Gesù