Ieri, tanto per dirne una, sono andato a
Manziana
dove Anna Lamberti Bocconi ha presentato un
interessante libro sociologico sulla
condizione
"altra" dei Romeni in Italia.
In verità anch'io sono un "rumeno" a
Calcata, sono
un cittadino di serie "B" od anche "C",
in primis
perché non sono nativo del posto, in
secundis
perché non conforme alle norme statutarie
del posto
(appartenenza politica e religiosa etc.),
in tertiis
perché mi occupo del posto e non dovrei, in
quanto
non essendo del posto perché mi impiccio?
(Et caetera).
Eppure ciò non ostante continuo a vivere a
Calcata
ed a salutare tutti quelli che incontro per
strada,
salvo che non siano satanassi incarnati.
Ma definire questi concittadini "satanassi"
per me
non significa che io escluda la loro
esistenza e
compartecipazione alla vita comunitaria,
loro fanno
la parte di chi arreca danno
volontariamente, ma
chissà quanti altri - sia pur convinti di
far del bene -
non arrechino danno alla comunità?
Comunque per farla breve, sorbendomi il
solito
cappuccino caldo al baretto sotto al Comune,
ecco
che mentre leggo il giornale mi è caduto
l'occhio sui
titoli di prima pagina:
"I Vescovi protestano contro il TAR per
aver escluso
gli insegnanti di religione dal giudizio
scolastico".
Poi dal giornalaio, dove faccio la rassegna
stampa
ad uffa, ho scoperto che la notizia stava su
tutti i
giornali:
"La CEI attacca il TAR", "L'Italia è un
paese
cattolico", "Vaticano contro i giudici"...
Incredibile - mi son detto - ma veramente
questi
credono che la difesa dei loro interessi di
bottega
possa arrivare sino a 'sto punto, e
come mai la
stampa gli da tanto credito?
Ma non sanno che l'Italia è una nazione
indipendente e non è una colonia vaticana?
Inoltre, come si permettono questi preti a
voler a tutti
i costi "plagiare" la gioventù e pretendere
di dare un
voto nelle scuole sulla base della
conoscenza di una
religione, la loro?
Triste sorpresa, quella di stamattina a
Canossa,
incrementata da altri titoloni sui
quotidiani locali per
la visita di Papa Ratzinger a Viterbo e la
probabile
venuta del Silvio Berlusconi ad accoglierlo
e tutto il
resto del teatrino annesso e connesso.
Soprattutto ridicolo ma anche pietoso.
Purtroppo uno schema mentale è sovrapposto
alla
spontanea rivelazione dell'umano in noi,
prima
ancora di essere italiani, cristiani o
buddisti, noi
siamo "uomini", ma tale consapevolezza è
talmente
offuscata che le nostre intrinseche qualità
vengono
sommerse da una pletora di idee, costrizioni
e
strutturazioni precostituite dalla società.
Si potrebbe anche definire, con qualche
eufemismo,
"cultura", ma sicuramente è un recinto che
impedisce il libero pensiero.
Non solo la "società civile" con le sue
regole e le sue
imposizioni di nazionalità e ceto costringe
l'uomo ad
un'esistenza etichettata, anche le religioni
contribuiscono enormemente alla
stratificazione
sociale e differenziazione di quel che è
assolutamente indivisibile.
E ritornando al discorso dei "Romeni",
sull'essere
ovunque e comunque straniero,
fortunatamente,
pian piano, l'uomo si sta riconoscendo
sempre più
abitante della Terra e non particolarmente
di una
nazione od etnia.
Questa tendenza alla "globalità" va aiutata
attraverso
cambiamenti e riforme che portino la libertà
personale dell'uomo alla sua originaria
manifestazione.
Lasciando da parte il discorso della
nazionalità che
può essere superato il momento in cui le
Istituzioni
sopranazionali diverranno universalmente
riconosciute e l'identità nazionale verrà
sostituita
dall'idea della cittadinanza planetaria.
Per questo occorre ancora attendere.
Ma c'è qualcosa che si potrebbe iniziare a
fare, qui
ed ora, in Italia, con questo stesso Governo
in
carica, ed è l'ampliamento delle libertà
laiche a
partire dalla nascita dell'individuo sino
alla sua
dipartita.
E del primo passo compiuto dal TAR, in
merito alla
posizione reale degli insegnanti di
religione, occorre
essere riconoscenti ai giudici
amministrativi.
In Italia i bambini, i neonati, sono i primi
sfruttati, in
senso ideologico e religioso, obbligati dai
loro
stessi genitori e dagli obblighi "sociali" a
sottostare
alle strumentalizzazioni religiose.
Prima ancora che abbia potuto capire cosa
significhi
"religione", un bambino innocente viene
obbligato
ad un percorso religioso, del tutto
inconsapevolmente, cominciando con il
battesimo,
poi la cresima e poi ancora la comunione.
Ed in più, per consuetudine od ipocrisia
sociale,
deve studiare la "religione" anche a scuola,
il
bambino incolpevole viene così legato ai
riti e ad
una fede che non conosce e non ha l'età per
capire
se sia buona o cattiva.
L'adesione ad una religione può avvenire
solo
nell'età della ragione, come fatto
personale, e non
come costrizione imposta dalla consuetudine
o dalla
paura.
Si va a votare a 18 anni?
Anche per l'adesione religiosa bisogna avere
almeno
quell'età, altrimenti è violenza e
prevaricazione su
minori (si chiamava "plagio" ma per comodità
dei
preti questo reato è stato cancellato dal
codice
penale e civile).
P.S.
La sentenza
incriminata:
"Una
sentenza del TAR dell'11 agosto 2009 dichiara
che i
docenti di religione non possono partecipare a
pieno
titolo agli scrutini ed il loro insegnamento non
può avere
effetti sulla determinazione del credito."
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