Lo Stato ideale, secondo il filosofo greco, richiede la
formazione della
società suddivisa in tre distinte
categorie di cui fanno parte gli
Artigiani, classe di
lavoratori e procacciatori di beni materiali, i
Guardiani, protettori dello Stato, e i Governanti,
persone in grado di
gestire la Repubblica con
infinita saggezza ed alta moralità.
Platone nei suo scritti si sofferma
particolarmente
sulla categoria dei Governanti ed evidenzia come
solo
coloro che hanno raggiunto un alto livello di
educazione e conoscenza
devono obbligatoriamente
prestare il proprio servizio nell'interesse
della
comunità.
Grazie a questi punti fermi la gestione
dello Stato
non corre il rischio di essere affidata ad individui
avidi
di potere, ma viene consegnata nelle mani di
persone idonee a svolgere
tale compito.
2.400 anni dopo, in Italia, i "saggi" che siedono in
Parlamento sono
945.
Ci possiamo davvero ritenere fortunati se
pensiamo
che negli Stati Uniti, dove gli abitanti superano
numericamente
5 volte la nostra popolazione, i
parlamentari sono "solo" 540.
Certo i nostri non saranno tutte persone
di elevata
moralità e capacità amministrativa, ma se sono
seduti lì
qualche altra dote ce la devono pur avere,
considerato anche quanto
spendiamo per affidarci al
loro buonsenso.
La politica in Italia costa 4 miliardi di
euro all'anno,
1 miliardo viene impiegato solo per la Camera, siamo
dunque 10 volte più spendaccioni degli spagnoli e
questo, in termini di
confronto socratiano, significa
che puntiamo molto sulla classe
dirigente.
Anche al Quirinale non si scherza in
fatto di
"investimenti", considerati i salati conti che vengono
mensilmente presentati alla comunità per le spese di
rappresentanza e
per gli stipendi dei 2.158 lavoratori
(impiegati e militari).
Ma che ci faranno tutte queste persone
all'interno
dell'abitazione del Presidente della Repubblica se a
Buckingham Palace ne bastano solo un quarto e se
alla Casa Bianca,
residenza di un Presidente che
ricopre anche le funzioni di Capo del
Governo, i
dipendenti sono circa 400, compresi cuochi,
giardinieri e
stagiste.
Qua i casi sono due (anche perché sinceramente non
me ne vengono in
mente altri):
o siamo un popolo eletto che finalmente sta
programmando
l'indirizzo futuro dell'Italia per
conquistare il primato mondiale di
efficienza in
campo sociale, economico e politico, oppure siamo
dei
grandissimi "abbocconi" che si ingoiano di tutto
senza preoccuparsi di
come funziona la di-gestione
del Paese.
Nella bella Italia gli eletti sono 150mila che si
avvalgono della
consulenza di 278mila professionisti
- un esercito di persone delegate a
far funzionare il
sistema Europa, Stato, Regione, Provincia, Comune,
Famiglia.
Già, famiglia, perché una società che si
rispetti
(come la nostra) è improntata sulla famiglia (lo dice
anche la
Costituzione all'Art. 29):
se poi un parlamentare ne ha due o tre poco
conta,
l'importante è che vengano garantiti i principi
fondamentali,
primo tra tutti quello dell'Italia
democratica fondata sul lavoro.
Ecco allora che i grandi saggi nostrani
onorano le
direttive costituzionali incoraggiando l'assunzione di
padri,
madri, mogli, mariti, figli e, soprattutto, nipoti
presso canali
televisivi, testate giornalistiche, Enti
locali, ASL, Parlamento (dove
prima ci andavano
solo gli eletti, ed ora li nominano i partiti con le
liste
bloccate).
Dunque solo dopo aver sistemato la
famiglia i
Governanti possono concentrarsi sull'elaborazione
del Grande
Progetto di funzionalità della macchina
statale (che prima o poi dovrà
essere presentato a
noi Guardiani e Artigiani), per trovare la soluzione
che permetta ai 3 milioni di precari e ai quasi 2
milioni di disoccupati
di potersi finalmente collocare
all'interno di qualche categoria
lavorativa.
Visto come il top dell'organizzazione, lo Stato
spartano
idealizzato e delineato da Platone contiene
comunque delle possibili
degenerazioni, ma di
queste noi attualmente non ci possiamo
preoccupare,
considerato lo stato democratico (e
non aristocratico) in cui versa il
nostro sistema.
L'attuale opposizione, infatti, non si
esprime in
merito alla crisi finanziaria o alla degenerazione
sociale
che sta attanagliando la Colonia Italia (forse
perché condivide il
Progetto da portare in cantiere, o
forse perché ha altri familiari da
sistemare…), ma
attacca il Capo del Governo sulla sua moralità persa
o
mai acquisita, solo per il fatto che comunque deve
in qualche modo
opporsi (che democrazia sarebbe
altrimenti?).
Ottimo argomento per distrarre l'opinione pubblica
dai grandi temi,
perché non tutti noi facenti parte di
più basse classi sociali siamo a
conoscenza del fatto
che anche i Governanti più colti hanno bisogno di
tempo per risollevare un Paese genuflesso.
La Minoranza parlamentare ce lo ricorda
continuamente, e noi siamo fiduciosi, come sempre,
che il Grande
Progetto per risollevare lo Stato
dell'Italia esca finalmente dalle
menti eccelse per
entrare definitivamente in cantiere. |