L'articolo sopra è ripubblicato senza il dovuto
permesso da
altracalcata-altromondo.blogspot.com,
che il 5 luglio 2009 lo ha a
sua volta "riportato" da
www.universitadelledonne.it,
lì con il titolo
"Maschilismo di
Stato, morte della democrazia:
Berlusconi si dimetta"
del 30 giugno 2009.
Di seguito nella sua versione integrale:
"Maschilismo di Stato, morte della
democrazia: Berlusconi si dimetta
Con
questo appello, intendiamo richiamare
l'attenzione pubblica sulla
spirale negativa innescata
dai comportamenti del ceto politico al potere
in
Italia: dai gesti quotidiani di disvalore verso il genere
femminile
si sta arrivando ad un attacco di stampo
maschilista contro la stessa
integrità delle istituzioni
democratiche.
In altre parole, si passa da una democrazia
incompiuta alla
cancellazione stessa della
democrazia.
Il Presidente del Consiglio è stato colto, infatti,
nell'atto di passare
da un utilizzo mercificato di corpi
femminili per propri svaghi privati,
ma giocati in
luoghi destinati a fini pubblici, alla attribuzione
diretta di cariche ministeriali e parlamentari (italiane
ed europee)
elargite come riconoscimento al fascino
fisico delle candidate.
Questo comportamento è stato, da ultimo, anche
sostenuto da
dichiarazioni pubbliche quali "Gli
italiani mi vogliono così... Sono
sostenuto da un
gradimento al 61%... Porto con me le veline (sulla
scena del futuro G8) altrimenti ci prendono tutti per
gay...",
insomma, potendo, così fan tutti.
Riconoscere che l'ampio consenso di cui gode
tuttora Berlusconi vada
attribuito in gran parte al
fatto di interpretare modi di pensare e di
agire
patriarcali, radicati nel senso comune di uomini
- e
purtroppo
anche di donne - non deve diventare un
alibi per lasciare in ombra il
pericolo rappresentato
dalla sua permanenza in una delle più alte
cariche
dello Stato.
Quindi, vogliamo dire all'"utilizzatore finale" di
prestazioni femminili
che "grandi quantitativi" di
italiane e italiani intendono contrastare
questo
degrado, al medesimo tempo personale e politico-
due sfere
implicate da sempre, al di là di ogni
contrapposizione astratta e
funzionale al
protagonismo storico del sesso maschile.
È
necessario fermare la pericolosa deriva
autoritaria
di una società che si presenta incardinata sulla
esclusione
femminile e sulla disuguaglianza (di
sesso, di razza, di condizione) e
che sta compiendo
il passo fatale:
dalla riduzione al potere oligarchico maschile alla
completa erosione degli assetti democratici,
violando la
pari dignità umana di donne e uomini, la
libera espressione del
pensiero, la libera
informazione, la libera competizione nella
rappresentanza.
Chiediamo a chi si riconosce in questo appello di
dare avvio ad un
movimento che, partendo dalla
conoscenza dei fatti, elabori in forma
partecipata
azioni incisive tese ad ottenere, come atto primo
indispensabile per il rispetto di elementari principi di
democrazia e di
civile convivenza fra i sessi, le
dimissioni di Berlusconi e dei suoi
fidi seguaci dalle
cariche pubbliche.
Maria Grazia Campari
Floriana Lipparini
Lea Melandri
Le adesioni al 2 luglio 2009: |