Calcata, Viterbo

domenica 5 luglio 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Le donne sono offese

dall'utilizzo mercificato di

corpi femminili, per propri

svaghi privati, compiuto

dal Presidente del

Consiglio in carica

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Fonte: altracalcata-altromondo.blogspot.com,

www.universitadelledonne.it

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Oggi testimoniamo il passaggio "da una democrazia incompiuta alla

cancellazione stessa della democrazia"!

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

No al maschilismo di Stato.

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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Con questo appello, intendiamo richiamare

l'attenzione pubblica sulla spirale negativa innescata

dai comportamenti del ceto politico al potere in

Italia:

dai gesti quotidiani di disvalore verso il genere

femminile si sta arrivando ad un attacco di stampo

maschilista contro la stessa integrità delle istituzioni

democratiche.

 

In altre parole, si passa da una democrazia

incompiuta alla cancellazione stessa della

democrazia.

 

 

Il Presidente del Consiglio è stato colto, infatti,

nell'atto di passare da un utilizzo mercificato di corpi

femminili per propri svaghi privati, ma giocati in

luoghi destinati a fini pubblici, alla attribuzione

diretta di cariche pubbliche elargite come

riconoscimento al fascino fisico delle candidate.

 

Questo comportamento è stato, da ultimo, anche

sostenuto da dichiarazioni pubbliche quali

"Gli italiani mi vogliono così...

Sono sostenuto da un gradimento al 61%...

Porto con me le veline (sulla scena del futuro G8)

altrimenti ci prendono tutti per gay...",

insomma, potendo, così fan tutti.

 

 

Riconoscere che l'ampio consenso di cui gode

tuttora Berlusconi vada attribuito in gran parte al

fatto di interpretare modi di pensare e di agire

patriarcali, radicati nel senso comune di uomini - e

purtroppo anche di donne - non deve diventare un

alibi per lasciare in ombra il pericolo rappresentato

dalla sua permanenza in una delle più alte cariche

dello Stato.

 

Quindi, vogliamo dire all'"utilizzatore finale" di

prestazioni femminili che "grandi quantitativi" di

italiane e italiani intendono contrastare questo

degrado, al medesimo tempo personale e politico -

due sfere implicate da sempre, al di là di ogni

contrapposizione astratta e funzionale al

protagonismo storico del sesso maschile.

 

 


È necessario fermare la pericolosa deriva autoritaria

di una società che si presenta incardinata sulla

esclusione femminile e sulla disuguaglianza (di

sesso, di razza, di condizione) e che sta compiendo

il passo fatale:

dalla riduzione al potere oligarchico maschile alla

completa erosione degli assetti democratici,

violando la pari dignità umana di donne e uomini, la

libera espressione del pensiero, la libera

informazione, la libera competizione nella

rappresentanza.

 

Chiediamo a chi si riconosce in questo appello di

dare avvio ad un movimento che, partendo dalla

conoscenza dei fatti, elabori in forma partecipata

azioni incisive tese ad ottenere, come atto primo

indispensabile per il rispetto di elementari principi di

democrazia e di civile convivenza fra i sessi, le

dimissioni di Silvio Berlusconi e dei suoi fidi

seguaci dalle cariche pubbliche.

 

 

Maria Grazia Campari

Floriana Lipparini

Lea Melandri

 

 

Per adesioni:

mariagrazia.campari@tiscali.it

universitadonne@tiscali.it

 

Visita volentieri il sito della Libera Università delle

Donne:

www.universitadelledonne.it 

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

L'articolo sopra è ripubblicato senza il dovuto

permesso da altracalcata-altromondo.blogspot.com,

che il 5 luglio 2009 lo ha a sua volta "riportato" da

www.universitadelledonne.it, lì con il titolo

"Maschilismo di Stato, morte della democrazia:

Berlusconi si dimetta" del 30 giugno 2009.

 

Di seguito nella sua versione integrale:

 

 

"Maschilismo di Stato, morte della

democrazia: Berlusconi si dimetta

 

Con questo appello, intendiamo richiamare

l'attenzione pubblica sulla spirale negativa innescata

dai comportamenti del ceto politico al potere in

Italia: dai gesti quotidiani di disvalore verso il genere

femminile si sta arrivando ad un attacco di stampo

maschilista contro la stessa integrità delle istituzioni

democratiche.

 

In altre parole, si passa da una democrazia

incompiuta alla cancellazione stessa della

democrazia.

 

Il Presidente del Consiglio è stato colto, infatti,

nell'atto di passare da un utilizzo mercificato di corpi

femminili per propri svaghi privati, ma giocati in

luoghi destinati a fini pubblici, alla attribuzione

diretta di cariche ministeriali e parlamentari (italiane

ed europee) elargite come riconoscimento al fascino

fisico delle candidate.

 

Questo comportamento è stato, da ultimo, anche

sostenuto da dichiarazioni pubbliche quali "Gli

italiani mi vogliono così... Sono sostenuto da un

gradimento al 61%... Porto con me le veline (sulla

scena del futuro G8) altrimenti ci prendono tutti per

gay...", insomma, potendo, così fan tutti.

 

Riconoscere che l'ampio consenso di cui gode

tuttora Berlusconi vada attribuito in gran parte al

fatto di interpretare modi di pensare e di agire

patriarcali, radicati nel senso comune di uomini - e

purtroppo anche di donne - non deve diventare un

alibi per lasciare in ombra il pericolo rappresentato

dalla sua permanenza in una delle più alte cariche

dello Stato.

 

Quindi, vogliamo dire all'"utilizzatore finale" di

prestazioni femminili che "grandi quantitativi" di

italiane e italiani intendono contrastare questo

degrado, al medesimo tempo personale e politico-

due sfere implicate da sempre, al di là di ogni

contrapposizione astratta e funzionale al

protagonismo storico del sesso maschile.

 

È necessario fermare la pericolosa deriva autoritaria

di una società che si presenta incardinata sulla

esclusione femminile e sulla disuguaglianza (di

sesso, di razza, di condizione) e che sta compiendo

il passo fatale:

dalla riduzione al potere oligarchico maschile alla

completa erosione degli assetti democratici,

violando la pari dignità umana di donne e uomini, la

libera espressione del pensiero, la libera

informazione, la libera competizione nella

rappresentanza.

 

Chiediamo a chi si riconosce in questo appello di

dare avvio ad un movimento che, partendo dalla

conoscenza dei fatti, elabori in forma partecipata

azioni incisive tese ad ottenere, come atto primo

indispensabile per il rispetto di elementari principi di

democrazia e di civile convivenza fra i sessi, le

dimissioni di Berlusconi e dei suoi fidi seguaci dalle

cariche pubbliche.
 


Maria Grazia Campari

Floriana Lipparini

Lea Melandri

 

 

Le adesioni al 2 luglio 2009:

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Maria Grazia Campari

Floriana Lipparini

Lea Melandri

Marina Mariani

Patrizia Quartieri

Milena Mottalini

Ileana Alesso

Manuela Garavaglia

Parisina Dettoni

Ico Gasparri

Liliana Moro

Giancarla Dapporto

Paola Pattuelli

Diva Ponti

Paola Serasini

Isabella Peretti

Pierpaolo Capponi

Lucia Vanicore

Liana Novelli Glaab

Giorgio Zorcù

Ermanna Montanari

Marco Martinelli

Stefania Gislon

Manuela Giugni

Anna Lacchini

Angela Signorini

Ileana Montini

Silvana Marzagalli

Maria Pia Trevisani

Nicola Negretti

Paola Sartor

Gabriella Bertozzo

Roberta Giulietti

Franco Russo

Patrizia Cavallari

Luciano Martinengo

Federica Mastropietro

Monica Pepe

Anna Russo

Virginia Prina

Maura Beretta

Luisa Rovetta

Alida Novelli

Anita Sonego

Imma Barbarossa

Paola Gandin

Luisa Doplicher

Anna Nocentini

Veronica Fasan

Chiara Bassetti

Beatrice Gusmano

Enza Panebianco

Anna Cabianca

Michela Marangoni

Maria Alfonsina

[Cocciolillo

Angela Mancuso

Nicoletta Pirotta

Monica Muscherà

Chiara Redaelli

 

Giovanna Piaia

Anna Picciolini

Veronica Pancheri

Letizia Mancuso

Maria Teresa Gennari

Pasquale Voza

Antonia Sani

Lina Bianconi

Giovanna Capelli

Rossella Ciani

Emanuela Risari

Sandra Carpi Lapi

Valeria Mengozzi

Francesca De Ruggieri

Giovanni Genre

Elisabetta Lepore

Silvana Palmi

Patrizia Mazzola

Laura Redaelli

Sabina Zenobi

Simona Sagone

Martina Loreggian

Maria Grazia Negrini

Claudia Abbruscato

Andrea Bagni

Alidina Marchettini

Daniela Pastor

Serenella Gatti

Lucilla Mancini

Franco Balducci

Paola Bassi

Stephi Pisano

John Gilbert

Margherita Bernardi

Geni Sardo

Aldo Ceccoli

Clotilde Barbarulli

Raffaella Lamberti

Elena Cianci

Maria Rosaria Marella

Adriana Perrotta Rabissi

Nina Bassoli

Daniela Fantini

Giorgio Vezzoli

Nicoletta Chizzoli

Giulia Renieri

Gabriella Piscitelli

Adelaide Coletti

Viviana Esposito

Antonio Tommasini

Liana Borghi

Rita Fiorani

Alessia Brandoni

Roberto Torelli

Irene Lippolis

Laura Forcella

Matteo D'Agostini

Pieranna Pagan

Costanza Panella

Mariella Scaioli

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Do la mia piena e convinta adesione al vostro

appello, mi unisco alle vostre parole di buon senso,

lucidità e giustizia, in un'Italia irriconoscibile nel

degrado che l'attraversa a tutti i livelli.

 

Mi unisco così alla vostra denuncia e al tentativo di

lanciare un segnale di costruttività e dignità.

 

Cinzia Spaolonzi

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Cecè Damiani

Debora Zanola

Eleonora Cirant

Stanzani Maria Luisa

Clara Ferri

 

Grazia De Benedetti

Lucio Oldani

Giovanni Gennari

Palmi Silvana

 

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Mi unisco alla folla di gente che si sente disgustata

dal comportamento di questo signore, e i suoi amici

al parlamento e altrove.

 

Berlusconi è l'incarnazione del clima di razzismo e

sottomissione delle donne italiane e della loro

immagine, non tanto dissimile dalla posizione di

inferiorità che le donne vivono in certi regimi

illiberali, e/o "stati religiosi-democratici" (una tale

contraddizione in termini!!!).

 

Lui non rappresenta le donne italiane, tanto meno

noi ci identifichiamo nelle veline, alcune delle vere

nullità mentali e spirituali, diventate anche

parlamentari grazie al continuo martellamento dai

suoi media, di cui lui ha il monopolio, (non solo i

suoi asfissianti superficiali palinsesti, ma anche la

RAI e quasi tutta la stampa scritta... vergogna!... e

ora tocca ad internet... vuole imbavagliarci, vuole

vincere sempre ed apparire onesto pure!...

assomiglia un po' a certi personaggi del mondo della

malavita che hanno sempre avuto questa fissazione:

comprarsi, in qualche modo, anche la patente di

onesto, o di vittima, magari andare in chiesa ed

essere assolti dei loro peccati!!!

 

I signori del "noi siamo il governo del fare" in realtà

attraverso i mass media hanno bisogno solo di

"apparire" "dichiarare di avere fatto" e continuare a

scatenare campagne di odio contro l'opposizione o

contro chi osi rialzare la testa e cercare di

controbattere o avere un'opinione diversa.

 

Ormai una buona fetta della popolazione viene

manipolata, condizionata e portata al voto con

campagne di stampo orwelliano, dove la parola

"onestà" è stata sostituita con "libertà" da circa 20

anni.

 

Molti italiani, e ahimè molte donne, si sono messi in

fila a scodinzolare per ottenere favori o accesso alle

sedi dei poteri... che schifo.

 

Dobbiamo insistere, far capire che l'Italia finirà molto

male con la sua svolta anti-democratica che premia

solo chi è ricco, chi può evadere, chi può vincere

processi con i soldi, o chi ha un bel corpo.

 

Continuiamo a sostenere il ns diritto di esistere

come le donne che vogliamo essere noi, non quelle

che lui e la sua cricca impongono.

 

Vogliamo gli stessi diritti di cui godono le donne

della comunità europea e dei paesi occidentali.

 

Dimettiti Berlusconi e basta con la tua distruzione

morale e materiale dell'Italia e la mercificazione delle

donne italiane.

 

Onoretta Spinelli

 

Angelo Odone

 

Condivido la proposta di richiesta di dimissioni di

Berlusconi.

 

Mi vergogno di essere rappresentato da questo

uomo malato.

 

Valentino Vitali

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Valentina Venditti

Annalisa Murgia

Gabriella Buora

Alba Bonetti

 

Nadia Magnabosco

Angela Passarello

Paola Pucci

Lucilla Mancini

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Aderisco alla vostra proposta.

 

Non posso credere che ci siano uomini così impediti

e culturalmente ignoranti.

 

E poi quelle bassezze di uomini che lo spalleggiano

solo per tornaconto personale e perché il dio denaro

ha sempre una grande presa sulla loro personalità.

 

Uomini privi di pregio e deboli nel loro costume.

 

Come fanno a dormire sonni tranquilli quando

barattano la loro coscienza per falsi idoli?

 

Contiamo sulla forza delle donne!

Sonia Scarpante

 

 

Sottoscrivo pienamente l'appello, è da molto tempo

che mi chiedo dove sia finito il movimento delle/gli

"intolleranti" al degrado di ogni istituzione

democratica, dove sia finita l'attenzione del

movimento femminista alla politica nei suoi luoghi e

modi e corpi.

 

Angela Romanin

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Carla Ravaioli

 

Mauro Capecchi

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Grazie per l'appello, che vorrei firmare con piacere.

 

Il maschilismo è talmente diffuso nel costume e nella

società italiana che finisce per essere accettato

anche da tante donne.

 

Senza troppo differenze generazionali, ognuno ha

avuto tra i suoi ricordi d'infanzia film con Pippo

Franco, Boldi, De Sica, Pozzetto... - ce ne sono

talmente tanti, e talmente popolari! -, con sempre la

stessa trama: uomini anzianotti, paffuti, non certo

piacenti d'aspetto né grandi acumi (e men che meno

raffinati) che si ritrovano tra le braccia una

moltitudine di ragazze giovani, belle, e ovviamente

disponibili.

 

Questo passava la TV, tra i varietà con ballerine

desnude che facevano la parte dell'oca e presentatori

abbottonati, vecchiotti, imbranati al primo passo di

danza...

 

Ora questo modo accettato, nella società, nella

politica, viene addirittura istituzionalizzato, non è più

il commento detto a mezza voce quando passa la

ragazza, signora, professoressa, avvocato che sia,

purché donna, ma è detto senza nascondersi, perché

non c'è paura che suoni fuori luogo.

 

"La ministra non è una cima, ma ha delle gran belle

tette" diventa in effetti una verità se si nomina

ministro una modella non particolarmente portata al

ragionamento politico.

 

Il pericolo però è che diventi il modo di far politica, e

con questo mi riferisco alla pubblicità dell'Unità

l'anno scorso (cui l'unica cosa che si vedeva erano

delle giovani natiche appena coperte da una super

minigonna... eh ah, si, c'era nel taschino anche il

giornale), alle candidature di giovani dal viso fresco

in vari schieramenti...

 

Bene fare un appello quindi e far sapere che non si è

ben disposti ad accettare proprio tutto.

 

E spero che fra i firmatari ci siamo tante donne

quanto uomini.

 

Cordiali saluti

Anna Renieri

 

 

Con la presente intendo confermare la mia adesione

all'appello "Dimissioni Berlusconi" per contrastare

l'involgarimento dei costumi sociali e politici agiti da

coloro i quali dovrebbero rappresentarci.

 

Era da qualche tempo che attendevo un segno di

questo genere.

 

Grazie

Paola Cabianca

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Barbara Spinelli,

Giuristi Democratici,

autrice di "Femminicidio"

Giulia Liberati

Anna Passerini

Daniela Adamuccio

Luisa Petrucci

Annalisa Crociani

Giuseppina Berio

Monica Biondi

Grazia Scuderi

Sara Scaramelli

Romano Minardi

Anna Ghirardelli

Tiziana Bartolotta

Angela Villa

Francesca Pasini

Stefano Cò

Anna Maria Mitti

Silvia Scoppini

Anna Simone

Sandra Pezzi

Carolina Lombardini

Emanuela Zambotti

Tiziana Rambaldi

 

Anna Renieri

Antonella Belpassi

Beloyana Cerioli

Angela Romanin

Stefania Zambardino

Laura Marcheselli

Lucia Spadacci

Stefania Zampiga

Enrica Fani

Alessandro Oriani

Teresa Aronne

Claudia Mattalucci

Pamela Marelli

Flavia Muccini

Chiara Calzolaio

Libere Tutte,

Associazione "Alessandra

Secco"

Carla Grementieri,

Presidente Associazione

"VoceDonna"

Maria Pierri

Piera Vismara

Bianca Maria Neri

   

 

                                   

 

                                   

 

 

Aderisco al vostro appello e lo condivido nella piena

convinzione dell'importanza di mostrare alla società

civile che tanti uomini e donne prendono voce per

difendere la dignità propria e del proprio paese.

 

Oliana Facchini