Faleria, Viterbo

venerdì 26 giugno 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Alla Redazione una mail

di S.O.S.:

"Salviamo la Tuscia!"

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Fonte: Dr. Luca Bellincioni, Consulente per il

Risparmio Energetico e le Energie Rinnovabili

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Il Monte Soratte visto dal Castello di Foiano, Faleria

(Foto © Luca Bellincioni)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Salve, con questa mail vi voglio

informare dell'ennesimo assalto al

nostro patrimonio paesaggistico ed

ambientale.

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

Salta la lettura

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Come ben saprete, il Monte Soratte, antica montagna

sacra e luogo d'elezione degli eremiti medievali,

domina solitario il grande Agro Falisco, terra di

placide ondulazioni interrotte improvvisamente da

profondi canyon di tufo.

 

Sorgono in questo contesto mozzafiato molti borghi

fra i più belli del Lazio come in primis l'ormai celebre

Calcata.

 

 

Ebbene questo paesaggio magnifico, che ricorda i

vecchi dipinti del Grand Tour, è attualmente a rischio

per alcuni folli e demenziali progetti di centrali

eoliche (con decine e decine di torri alte 100 metri)

promossi da Amministrazioni (Calcata, Faleria e

Civita Castellana) incompetenti, arroganti e senza

scrupoli.

 

Altri progetti simili nella Tuscia sono stati approvati

dai Comuni di Tuscania, Capodimonte, Bolsena,

Piansano, Monte Romano e altri.

 

 

Si consiglia di inviare una e-mail di protesta a tutti

questi Comuni, magari spiegando le ragioni della

propria contrarietà e ricordandogli che non sono

nessuno per privarci di un paesaggio frutto di

millenni di storia.

 


Vi prego di contribuire a salvare uno dei paesaggi

più romantici d'Italia.

 

 

Chi non ama Calcata, o il Soratte, o le forre dell'Agro

Falisco?

 

Del resto sostenere che si può fare a meno dei nostri

paesaggi culturali è come dire che si può fare a

meno dei libri e delle scuole:

tanto si "campa" lo stesso.

 

 

Ma attenzione:

tali concetti sono molto simili a quelli dei nazisti

quando bruciavano i libri dicendo che la sola cosa

giusta da fare era adorare il Regime.

 

Oggi il Regime è il Dio-Tecnologia.

 

 

Lottiamo - vi prego - contro questa nuova barbarie.

 

 

I posteri ci saranno riconoscenti.

 

Altrimenti ci ricorderanno come quelli che gli hanno

devastato (o lasciato devastare) la propria terra.

 

 

Le energie alternative sono importantissime, ma se

usate male e senza senno possono rivelarsi dannose

quanto quelle tradizionali.

 

Anche per l'eolico ci sarebbero possibilità di

sviluppo in Italia, ma si dovrebbero scegliere non siti

di pregio ma siti già alterati, come ce ne sono fin

troppi.

 

 

Ciò non viene fatto perché l'eolico è oggi in mano

alla più bieca speculazione.

 

Mentre energie rinnovabili "antiche" ma ancora

assolutamente efficaci e davvero pulite, oltre che già

presenti sul territorio, vengono sempre più

accantonate:

pensiamo all'idroelettrico, che tuttora giace

sottoutilizzato con impianti tecnicamente superati o

addirittura in abbandono.

 

 

Per le fonti circa l'eolico nell'Agro Falisco vedete i

link:

 

www.viviviterbo.it

www.circolovegetarianocalcata.it.

 

Per l'eolico nelle varie zone della Tuscia basta

digitare su Google la parola "eolico" e il Comune di

riferimento (ad es. "Tuscania") nella lista di sopra. 

 

 

Per sapere come la penso io su questi progetti e più

in generale sulle energie rinnovabili e sul loro uso

razionale (io non sono contro l'eolico in sé, ma

contro il suo uso in contesti pregiati), potete andare

al link:

ambientepaesaggio2000.splinder.com *

 

 

Vi riporto infine di seguito una lettera a Paolo

d'Arpini, Presidente del Circolo Vegetariano di

Calcata, in cui affronto la peculiare situazione

dell'Agro Falisco:

spero - anzi sono sicuro - che vorrete sostenere

questa causa, questa vera e propria battaglia di

civiltà che è fondamentale per la conservazione oggi

di luoghi simbolo della nostra identità nazionale e

aggiungerei europea.

 

Grazie dell'attenzione, sono certo che questi

problemi stanno a cuore anche a voi.

 

 

Cercate di fare girare questa mia mail a tutti quelli

che conoscete.

 

Cordiali saluti,

 

Dott. Luca Bellincioni

Associazione Culturale Onlus Oreas

 

 

* Ambiente e Paesaggio 2000

 

È stato un encomiabile, attento, qualitativo quanto amorevole diario di

cammino e di scoperta in testi ed immagini .

 

Purtroppo il blog non è più visitabile:

"Splinder", la piattaforma informatico-telematica per blog su cui era

basato - creata dalla Tipic Inc e fruibile in Italiano dal 2001 - disattivata

il 31-01-2012.

 

La Redazione non è a conoscenza se ne siano comunque salvi i ricchi

ed apprezzati contenuti che in due soli anni risultavano oggetto di

oltre 50mila visite.

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Allegato:

Lettera a Paolo D'Arpini, Presidente del Circolo

Vegetariano di Calcata

 

 

"Ciao caro Paolo,

 

se dovessimo cercare un Comune che non abbia

ancora fatto uno studio di fattibilità o una conferenza

su un progetto di una centrale eolica, stenteremmo a

trovarlo...

 

 

Persino il Comune di Tuscania l'anno scorso in

pompa magna annunciò l'avvio di un progetto per la

creazione di un Parco Eolico nel suo territorio.

 

E stiamo parlando di Tuscania, circondata da vincoli

e vincoli di ogni tipo.

 

 

Certo è che se un'amministrazione volesse davvero

fare una centrale eolica lo farebbe in barba ai vincoli

corrompendo qui e là i vari uffici tecnici.

 

Lo hanno fatto e continuano a farlo in Sicilia,

Campania e Puglia, dove sono stati devastati

paesaggi magnifici nell'indifferenza comune.

 

 

Fortunatamente - in questo caso - nel Lazio ci

abitano molte persone, e molte di esse si dedicano

all'ambientalismo, quello vero però, quello di chi si

sporca le gambe e le mani nei sentieri, assaporando

la bellezza della natura e non l'ambientalismo falso di

chi parla d'ambiente da dietro un PC o davanti alla

televisione, senza essere nemmeno mai stato su un

sentiero.

 

Ebbene l'eolico - nei modi in cui si sta sviluppando -

è uno schiaffo alla ragione:

ti prego davvero di leggere i miei articoli sul mio blog

in merito (ho dedicato gli ultimi due anni della mia

vita a questo problema) e capirai i tanti motivi per

dire no a "questo" eolico.

 

 

Da "consulente per il risparmio energetico e le

energie rinnovabili" riconosciuto dalla Regione Lazio

quale sono, mi permetto di dire la mia su questa

spinosa questione.

 

Gli assunti da cui parto per dire no all'"eolico

selvaggio" sono vari, ma cerco di riassumerteli al

volo:

 

1 non si può aiutare l'ambiente devastandolo;

 

2 attualmente solo l'agricoltura e il turismo possono

permettere uno sviluppo locale sostenibile ed

entrambi sono danneggiati dall'eolico;

 

3 oggi il problema più grave del mondo - e quello che

sta alla base del maggiore consumo energetico e

quindi dei cambiamenti climatici - non è altro che il

consumo di territorio:

e l'eolico produce proprio consumo del territorio.

 

 

Eppure l'eolico è in sé un'energia molto utile se usata

con la logica.

 

 

Innanzitutto esistono altre forme di tecnologia eolica

meno impattanti (minieolico e microeolico) di cui non

si parla mai perché le grandi aziende che producono

le grandi pale debbono venderle.

 

In secondo luogo l'eolico non dovrebbe mai essere

promosso in aree "sperdute" come spesso i sindaci

propongono, perché proprio quelle "aree sperdute"

sono le porzioni di territorio di maggiore pregio!!!

 

 

Le torri eoliche potrebbero invece essere installate

- come già si inizia a pensare da più parti - in siti già

altamente alterati dal punto di vista ambientale e

paesaggistico, ad esempio a ridosso degli

insediamenti produttivi, i quali fra l'altro sono proprio

i maggiori "energivori", e restando il fatto che

l'energia deve essere prodotta il più vicino possibile

a dove viene consumata.

 

Tempo fa proposi in svariati articoli la realizzazione

di una "mappa nazionale dei siti industriali ventosi".

 

 

Tale soluzione permetterebbe lo sviluppo sostenibile

dell'energia eolica, limitando al minimo l'impatto

paesaggistico, contando anche che pure nelle aree

industriali dovrebbero comunque essere evitate le

torri alte 100 metri!

 

Le quali oggi vengono proposte qui e là perché

- ripeto - le fabbriche le hanno già costruite e non

sanno più a chi venderle e cercano qualche

amministrazione traffichina e qualche popolazione

rincoglionita per appioppargli questi impianti che

quasi più nessuno vuole...

 

 

E non a caso nelle aree italiane in cui il paesaggio "si

vende" e dove si vive di turismo, tipo l'arco alpino,

quasi tutte le regioni e province hanno varato una

moratoria sull'eolico...

 

Chissà perché...

 

 

Tuttavia, rispetto all'eolico, di queste soluzioni

alternative non si parla mai e non ce la faccio più a

ripetere le stesse cose perché si tratta di cose

eclatanti ed evidenti, e se la gente non ci arriva

perché è idiota non ci posso fare niente.

 

Non se ne parla perché da un lato gli industriali

italiani non vogliono le pale affianco ai loro "bei"

capannoni, dall'altro perché i terreni agricoli costano

molto meno... e poi l'opinione pubblica è bombardata

da pubblicità deficienti che ti propongono delle belle

campagne punteggiate di torri eoliche, quasi fossero

un elemento naturale:

un'immagine posta lì ad arte per iniziare a farci fare

confidenza con queste assurde mostruosità, simbolo

del Dio-Tecnologia cui tutto si deve - pare -

sottomettere.

 

Per cui, anche culturalmente, il valore di un

paesaggio integro sta decadendo del tutto e si

rischia che le popolazioni locali diventino sempre più

favorevoli alla devastazione del proprio stesso

territorio (che magari non conoscono più e di cui non

gli frega più niente).

 

 

E tornando all'Agro Falisco, chi conosce la

morfologia della zona (anzi mi chiedo: ma chi la

conosce davvero?) e le caratteristiche di questo

paesaggio converrà sul fatto che ovunque le pale

venissero installate provocherebbero un impatto

devastante e sarebbero visibili da decine e decine di

chilometri (le pale alte cento metri sono visibili

spesso anche da 100 km in territori pianeggianti).

 

Infatti l'Agro Falisco è formato da un susseguirsi di

altopiani dolcemente ondulati interrotti da profondi

valloni (le "forre"):

ebbene le pale verrebbero installate su uno di questi

altopiani, ma appare chiaro a tutti come non ci siano

barriere naturali a "chiudere" alla vista uno qualsiasi

di essi, per cui la centrale eolica sarebbe visibile da

ogni punto dell'Agro Falisco.

 

 

Pensiamo ai danni che provocherebbe la centrale al

paesaggio stupendo (e vincolato) che si gode sulla

Via Flaminia da Rignano a Civita Castellana, ove lo

sguardo oggi può spaziare in ogni lato a perdita

d'occhio sulle magnifiche e dolcissime ondulazioni

falische.

 

Oppure al danno al paesaggio eccezionale che è

spesso visibile nelle aree archeologiche dell'Agro

Falisco, ove fra castelli in rovina e costruzioni pre-

romane i ruderi appaiono in splendida armonia con il

paesaggio agricolo e naturale, fatto di quei vasti

orizzonti che proprio l'eolico finisce col distruggere.

 

Pensiamo poi a quelle giornate bellissime d'inverno

con la nebbia che copre tutto l'agro da cui spunta

solo qualche vecchia quercia e la mole solenne del

Soratte...

 

 

Paesaggi celebrati da Byron, Goethe e altri...

 

Pensiamo agli stessi panorami dal Soratte verso

l'Agro Falisco, con e le sue immense distese di grano

e di pascoli...

 

 

Tutto ciò che oggi contraddistingue l'Agro Falisco, e

che lo rende riconoscibile sia a chi ci abita sia ai

turisti, scomparirebbe completamente, accecato

dalla visione di mostri roteanti alti 100 metri, con

buona pace del turismo culturale che si stava

sviluppando e che praticamente crollerebbe, e con

buona pace quindi di tutte le aziende agrituristiche e

b&b che avevano investito centinaia di migliaia di

euro in questo territorio e che non avrebbero più da

"vendere" il vecchio paesaggio romantico del Soratte

ma una misera accozzaglia di pale eoliche.

 

E in una zona così vicina a Roma, se decadesse

definitivamente il turismo - e l'agricoltura stessa, che

oggi ha bisogno di un'immagine vincente del proprio

territorio per imporsi sui mercati... - lo sapete quale

sarebbe il suo destino?

 

Il cemento.

 

 

Sarebbe la morte dell'Agro Falisco, che dalla

prospettiva di un Parco Regionale (o Nazionale) che

proteggesse uno dei paesaggi più romantici al

mondo, decantato da artisti, letterati e viaggiatori,

diventerebbe un triste deserto di pale eoliche,

elettrodotti (quelli nuovi che - accanto a quelli già

esistenti - verrebbero costruiti assieme ad una

centrale eolica), villette e capannoni.

 

Perché questo sarebbe il suo destino, non

prendiamoci in giro.

 

E chi dice il contrario se ne prenda le responsabilità

verso le generazioni future cui - mi sembra - in troppi

vogliano togliere il diritto sacrosanto di godere di un

territorio integro, come abbiamo potuto fare noi.

 

 

Sicché mi pare necessario concludere che ci è a

favore dell'eolico in ambiti rurali o naturali, e nella

fattispecie nell'Agro Falisco, non vuole bene al

territorio ma concorre alla sua distruzione.

 

Si smascherino gli interessi occulti che sono dietro a

queste operazioni e si avvii un nuovo modello di

sviluppo per le aree a vocazione agricola a turistica,

come la Valle del Treja ed il resto della Tuscia.

 

Un modello però basato sulla Ragione, non

sull'ignoranza o sulla speculazione.

 

 

Luca Bellincioni"