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giovedì 3 dicembre 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Bhopal -

L'"Hiroshima chimica":

a 25 anni dalla peggiore

catastrofe industriale

della storia, questa strage

di diseredati firmata

dal capitalismo occidentale

rimane impunita

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Fonte: su segnalazione di Massimo Perugini

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Corpicino senza occhi - una delle terribili immagini simbolo della

strage di Bhopal

(Foto di repertorio)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Quante persone continuino a morire in

seguito alla catastrofe di Bhopal non si

saprà mai:

nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984,

nei giorni immediatamente successivi,

nei mesi, negli anni e decenni - ancora

oggi, e domani, fino a quando...

 

Quella notte maledetta oltre 40

tonnellate di isocianato di metile

prodotto dalla Union Carbide,

multinazionale americana di pesticidi,

fuoriescono dalla fabbrica localizzata

nel cuore della popolosa città di Bhopal

- Bhopāl, nello Stato Madhya Pradesh

dell'India Centrale - e per gran parte del

milione e mezzo di abitanti è

l'apocalisse.

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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Nella fabbrica, ormai in disuso da circa due mesi,

tutti gli allarmi sonori sono disattivati, nonostante vi

si conservino ancora 63 tonnellate di isocianato di

metile ed inoltre in vasche a temperatura ambiente

invece che a zero gradi centigradi, violando ogni

norma di sicurezza:

personale non specializzato, degrado dell'impianto,

incontrollata fuoriuscita d'acqua e l'isocianato di

metile raggiunge lo stato gassoso.

 

Un'esplosione termica trasforma 42 tonnellate di

isocianato di metile liquido in un vortice gassoso la

cui pressione aumenta fino a creare un geyser

altissimo, il quale con il vento raggiunge

rapidamente le bidonville dei quartieri più poveri

della città, mutandosi con la pioggia in acido

isocianico.

 

 

Le strade si riempiono di senzatetto con polmoni ed

occhi in fiamme, in preda a spasmi atroci, gli

ospedali si riempiono di migliaia di persone ormai

cieche, che soffocano e vomitano, agonizzanti,

davanti a medici impotenti senza un antidoto, perchè

i tecnici della Union Carbide continuano a tacere la

composizione della nube tossica... per motivi di

concorrenza!

 

Appena passata la mezzanotte muoiono così di

colpo le prime 3.787 persone, ma 72 ore dopo si

parla già di 8-10.000 morti, cifra mai ufficiale

comunque salita oggi a circa 25-30.000 e, secondo

fonti attendibili, addirittura a 35.000 (!):

da allora fra 150.000 e 600.000 (!) gli ammalati

registrati, avvelenati per intossicamento, in modo

irreversibile, moltissimi tra loro i bambini nati con

gravi malformazioni.

 

 

Nonostante a fine 2004 la contaminazione sia ancora

attiva e continui a mietere vittime tra la popolazione

locale, nonostante acqua e terra siano ancora oggi

documentatamente inquinate, nessuno dei

responsabili morali e/o materiali della strage viene

mai condannato:

non Warren Anderson, Presidente della Union

Carbide, nessuno dei vertici della Union Carbide

Eastern Inc. o della Union Carbide India Limited,

anzi...

 

Le pressioni politiche di Washington inducono il

Governo Indiano - il quale, riesaminato nel 1991

l'"accordo" raggiunto due anni prima fra la Union

Carbide e le famiglie delle vittime, aspetta fino al

2004 prima di spiccare mandati di arresto nei

confronti di Anderson e di altri diciannove

responsabili chiedendone l'estradizione agli Stati

Uniti, istanza tra l'altro negata - a derubricare alla

fine l'accusa da "omicidio" di massa e "strage" a

penalmente trascurabile "negligenza"!

 

 

Poi tra il 1999 ed il 2001 tutte le azioni in circolazione

della Union Carbide - la quale aveva iniziato la

produzione di pesticidi a Bhopal nel 1980 al motto di

Safety First, "La sicurezza prima di tutto" (!?) -

vengono acquisite da un'altra multinazionale

nordamericana, la Dow Chemical - la quale apre oggi

il suo portale web con A Growing World Brings

Growing Responsibility, "Un mondo che cresce

comporta una crescente responsabilità" (?!).

 

Alla faccia di questi slogan tristemente vuoti, la Dow

dichiara apertamente di non intendere nel modo più

assoluto accollarsi alcune delle "presunte"

responsabilità della Union Carbide riguardo alla

strage:

"presunte" perché di fatto né la Union Carbide né,

tanto meno, la Dow hanno mai ad oggi subito un

solo processo - i vertici della Union Carbide,

convocati davanti a tribunali indiani, non si sono

mai presentati.

 

 

Il cosiddetto "risarcimento" alle famiglie colpite

rimane quindi una criminale e cinica beffa:

un accordo extra-giudiziale per un totale di 470

milioni di dollari, somma una tantum che per le

famiglie "risarcite" significa in pratica poco più di

mille dollari ciascuna per tutti i 25 anni passati - il

che, riportato nella quotidianità della loro vita di

decimati, sopravvissuti e, per generazioni a venire,

appestati, dà l'indecorosa somma di 11 centesimi di

dollaro americano per giorno a famiglia!

 

Vergogna!!!