Roma, 3 ottobre
Mentre era in corso a
Piazza del Popolo per la vita o
la morte della Libera Stampa, la
Rappresentazione
rinviata di 15 giorni per 6
"nostri" morti, a Gradisca
d'Isonzo, si passava il tempo così…
Ore 14.00
Da circa un'ora dentro
al Centro di Gradisca d'Isonzo
è in corso una perquisizione.
Una perquisizione
provocatoria e violenta:
in alcune camerate è già volata qualche
manganellata.
La polizia urla ed
insulta, un ragazzo è in infermeria
colpito alla testa.
Fra due ore, fuori
dalle mura, ci sarà un presidio di
antirazzisti, ed è questo
probabilmente che ha
suggerito alla Direzione del Centro di dare ai
reclusi
un avvertimento tanto forte, dopo una settimana di
relativa
calma.
In più, abbiamo
scoperto che almeno una camerata
di reclusi è in sciopero della fame ed
oggi ha rifiutato
anche l'acqua.
Seguiranno
aggiornamenti.
Ore 21.00
Finita la perquisizione,
i prigionieri di Gradisca sono
stati fatti rimanere chiusi nelle stanze
e solo dopo
un'oretta hanno avuto accesso alle zone comuni.
Alcuni sono stati
trasferiti in aree differenti all'interno
del CIE.
Durante lo svolgersi
del presidio antirazzista oltre le
mura la situazione è rimasta
abbastanza calma.
Da Roma invece, dove a Cinecittà amava fare i film
Fellini, arrivano
maggiori dettagli sulla tentata
evasione di ieri sera.
A provare la fuga sono
stati in tre, non quattro.
Uno solo è riuscito a
scavalcare il muro ma si è rotto
la gamba cadendo, ed è stato presto
ripreso dalle
guardie.
Un altro, fallita
l'evasione, è ritornato per tempo
insieme agli altri reclusi senza farsi
intercettare dalla
polizia.
Il terzo, invece, è
stato preso dai militari e messo in
isolamento.
Oggi, casualmente, un
recluso è riuscito a vederlo.
La scena che ci ha
descritto è agghiacciante:
era scalzo, con la faccia gonfia e lividi sui
piedi e
sulle mani, circondato da almeno otto militari che gli
impedivano di alzarsi.
Sempre oggi altri
cinque reclusi sono stati trasferiti
da Ponte Galeria verso qualche
altro CIE.
È arrivata la vendetta
della Polizia e della Croce
Rossa per il duro sciopero della fame messo
in
campo dai reclusi di Ponte Galeria da lunedì scorso
fino a ieri sera.
In dodici tra i
presunti animatori della protesta sono
stati chiamati questa mattina con
la scusa della
scarcerazione.
Al contrario, invece,
sono stati immobilizzati con
violenza e preparati per il trasferimanto
in altri Centri.
Chi li ha visti passare
ha testimoniato che avevano i
polsi legati con del nastro isolante.
Un trasferimento
violento e punitivo, dopo quattro
giorni di lotta.
Non sappiamo i dodici
dove verranno portati.
Anche questa notte, a
sciopero oramai finito, ci sono
state un paio d'ore di protesta, con una
battitura sulle
sbarre.
Rimane immutata, invece,
la situazione del recluso
che l'altro ieri sera si era tagliato le vene
per
protesta.
Curato sommariamente in
infermeria è stato riportato
dai suoi compagni.
Loro l'accudiscono,
ogni tanto chiamano il dottore
che non arriva mai, e lo guardano che si
spegne:
non vuole ricominciare a mangiare, anche se è
debolissimo, e
spesso ha dei momenti di i
ncoscienza.
Ieri è stato trascinato
via dalla Polizia che voleva
fargli delle foto, e poi è stato risbattuto
in cella.
Insomma, sta veramente
male ma le Autorità del
Centro fanno finta di niente:
fino a ieri era
uno di quelli che si difendevano, che
rompevano le scatole, che non si
lasciavano mettere
i piedi in testa.
Meglio lasciarlo così,
dunque, steso e dissanguato:
non disturberà più nessuno per un po'.
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