Un manifesto del Comune di Trevignano oltre
a
denunciare lo stato attuale della potabilità delle
acque pubbliche,
rilancia una serie di "consigli" che
dovrebbero preservare la salute,
almeno dei
"soggetti" (così vengono indicati i giovani
trevignanesi) con
meno di 14 anni, ai quali è
sconsigliato l'utilizzo dell'acqua pubblica.
Chiariamo subito che qui la colpa non è di
nessuno,
nel senso che è la natura del territorio a provocare
l'allarme,
considerato che le falde dei tre Comuni del
lago risultano inquinate, a
causa della loro natura
vulcanica, da Fluoro, Arsenico e Vanadio.
Certo non è cosa di poco conto, non stiamo
parlando di elementi chimici di scarso valore, ma di
qualcosa che può
provocare danni irreparabili alla
salute della gente, fino a provocare
malattie mortali
come il cancro.
La cosa che ci stupisce è che tutta una
serie di
considerazioni ora ci vengono in mente, o meglio,
vengono in
mente agli Amministratori, alla ASL e ai
Gestori degli acquedotti, come se
il caso fosse
esploso in queste ore e non che giri sui tavoli di
sindaci e
assessori, di medici e tecnici sanitari, da
qualche anno, esattamente da
quando la normativa
europea in merito ai criteri di valutazione della
qualità delle acque è cambiata e ha costretto l'Italia
ad uniformarsi.
Così accadde che i controlli effettuati
sulle acque
risultarono "fatali" in qualche decina di Comuni del
Lazio,
tra cui quelli del bacino sabatino, quelli del
Lago di Bracciano per
intenderci.
Eccesso di Fluoro e Arsenico, in
particolare, tant'è
che venne emesso una Decreto Regionale per
correre ai
ripari, entro tre anni dall'emissione del
provvedimento: era il 2003 ora
siamo nel 2009.
Come è sotto gli
occhi di tutti non si risolse
alcunché, visto che ad oggi ancora vengono affissi
manifesti di allarme che dovevano
essere affissi già
dall'epoca, ma tutti si guardarono bene dal farlo,
sia
i Comuni che le ASL, nonostante la Normativa
Regionale obbligasse
gli Enti a dare tempestiva
informazione alla cittadinanza:
se non
avessimo lanciato l'allarme noi di Tre, dallo
scorso ottobre, ancora non
se ne parlerebbe.
E da allora è successo che certi livelli,
soprattutto di
Fluoro, hanno superato anche i limiti imposti dalla
Deroga Regionale;
è successo che ad Anguillara è stata chiusa la fonte
Claudia, (quella pubblica);
a Bracciano vietato il consumo dalle parti
di Vigna di
Valle;
a Trevignano "sconsigliato" il consumo ai più
giovani
(0-14 anni).
Sarà normale tutto questo?
Il manifesto che è apparso sui muri di
Trevignano
è uscito in questi giorni però indica la data
dell'8
luglio 2009:
perché questo ritardo?
E in tutti questi anni come mai la ASL ha
omesso,
pur avendone l'obbligo, di comunicare il rischioso
consumo di
acqua pubblica?
Per non diffondere allarmismo?
Ma se loro stessi firmano, congiuntamente
ad ACEA
Ato2 e Comune di Trevignano un manifesto di
"avviso", vale a
dire di messa in guardia, per la
presenza di inquinanti chimici, come
pretendono che
la gente non si allarmi?
È così che tutelano la salute pubblica?
Omettendo di dire la verità alla gente
che, ignara, in
tutti questi anni ha continuato a bere e a utilizzare
l'acqua per tutti gli usi domestici?
E se non fanno male questi valori
"anomali", perché
si prodigano nell'annunciare che stanno
provvedendo
affinché il problema sia risolto?
Qui ci sono un sacco di cose che non
tornano.
Noi per nostre ricerche, sappiamo che
l'abbattimento
di certi valori si ottiene con due metodi:
osmotizzazione
e miscelazione.
La prima presuppone l'utilizzo di
depuratori muniti
di filtro che assorbono il 99,99 % dei residui fissi e
degli elementi chimici presenti nell'acqua, anche se,
nel manifesto di
cui parliamo nell'articolo, i firmatari
ribadiscono l'inefficacia dei
depuratori domestici (a
noi risulta il contrario).
La seconda prevede l'immissione nelle
condotte di
acqua priva di elementi chimici, soprattutto di Fluoro
e
Arsenico, fino ad abbassare i livelli ai limiti
consentiti.
Nel primo caso per ottenere un risultato
soddisfacente bisogna sacrificare un litro d'acqua
per ottenerne uno
potabile.
Alla luce di questo, quale metodo pensano
di
adottare gli esperti dei Comuni e dell'ACEA?
Ve l'immaginate quanto spreco, e con che
costi, se
venisse in mente di depurare un pozzo che tira fuori
40 litri
al secondo?
20 vanno persi e 20 immessi in condotta.
Ma quelli scartati dove vanno a finire?
E il costo di tanto spreco a carico di
chi sarà:
dei cittadini?
L'ACEA ha un acquedotto, il più
importante della
Regione Lazio, quello del Peschiera, che non passa
distante dal lago:
perché invece di promettere nel manifesto la
soluzione del caso (evitando di spiegare con quale
mezzo intende
procedere) non immette acqua
"pulita" nelle condutture dei tre Comuni
del lago?
O, almeno, in quelle di Trevignano visto
che ne
gestisce l'utilizzo?
Ecco dunque il regalo di Ferragosto fatto
alla gente
del lago, le solite promesse, i soliti impegni, le solite
chiacchiere tanto per non farsi dire di non aver fatto
nulla per
risolvere il problema che intanto esiste e
resiste.
L'ultima beffa riguarda il consumo di
acqua
minerale:
nel manifesto si sconsiglia di bere quella con
presenza
eccessiva di fluoruri, omettendo, ancora
una volta, di indicare quali
sono i metodi di
valutazione delle acque minerali la cui qualità va
valutata sulla conducibilità elettrica che se superiore
a certi valori
provoca più danni di fluoro e arsenico
messi insieme.
Ma questa è un'altra storia.
Noi continueremo la nostra battaglia e
continueremo
ad avvertire la gente sul pericolo derivante dai valori
elevati di inquinanti chimici ma anche e soprattutto,
dai mancati
interventi di chi preposto alla tutela della
salute pubblica.
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