Lo Stato, nella sua magnanimità, si
occupa di fornire
al cittadino democratico tutto cị che concorre a
rendere quest'ultimo felice.
Lo Stato, infatti, esige che il cittadino
sia felice e
questi, d'altra parte, gli deve obbedienza, quale
segno della riconoscenza all'istituzione statale.
Felicità e obbedienza sono dunque le due
colonne
sulle quali si regge il Sistema.
Al fine di evitare possibili
fraintendimenti, si crede
necessario fornire alcuni esempi di questo
fertile e
immortale connubio tra la felicità statale e
l'obbedienza
popolare.
Poiché viviamo in tempi difficili in cui
il nichilismo,
l'apatia morale, la codardia intellettuale hanno preso
inspiegabilmente il sopravvento nella vita di tutti i
giorni, lo Stato,
nella sua magnanimità, si incarica
generosamente di tappare questi buchi
morali che
non sono consoni al regime di felicità prospettato.
Lo Stato, dunque, con l'indispensabile
apporto degli
Alleati (Banche, Multinazionali, Televisioni, Giornali
e
molti altri che, per mancanza di tempo, non si
possono nominare),
elargisce al cittadino
democratico tutto cị che lo renderà felice e
obbediente.
Giacché il cittadino, inspiegabilmente,
non crede più
in niente, lo Stato gli mette a disposizione
un'enorme
gamma di abiti eleganti con cui coprire la
sua nudità morale.
Giacché il cittadino non ha più nulla per
cui lottare,
lo Stato lo informa dell'esistenza di automobili
potenti,
alla moda e che gli garantiranno
sicuramente la stima dei suoi simili e,
al contempo,
offriranno al cittadino lo spunto per stare in guardia
a
non lasciarsi superare dall'improvvisato rivale nel
duello dell'auto più
bella.
E se cị accadesse, l'auto costituirà
anche lo spunto
per combattere col rivale a colpi di auto sempre più
potenti e invidiabili, appagando coś quel ritrovato e
puerile senso
della competizione.
Ma poiché il cittadino dei nostri giorni
è anche
terribilmente solo, lo Stato si premura, insieme alle
Emittenti
Televisive, di imbottirlo di slogan
rassicuranti, reality show
con cui passare piacevoli
ore in compagnia di persone a lui affini,
telefoni
cellulari destinati a divenire "vecchi" dopo sei mesi,
pubblicità infinita con cui colmare le proprie lacune
materiali e
permettergli di stare sempre sulla cresta
dell'onda, ricordandogli che
ogni
giorno un nuovo
prodotto viene messo sul mercato e che lui è tenuto
ad
acquistare, pena l'esclusione dal Mondo
Civilizzato.
Ma poiché il cittadino si sente egli
stesso un
prodotto del Sistema, lo Stato si preoccupa di
fornirgli
sistematicamente uno spettacolo politico
nel quale alcuni emissari dello
Stato medesimo si
scannano fra loro, facendo coś credere al cittadino
democratico di contare davvero qualcosa nella
società, di essere davvero
un elemento che influenza
le sorti nazionali.
Nondimeno, bisogna stare in guardia:
queste premure da parte dello Stato non sembrano
essere sufficienti per
tutti.
Alcuni cittadini riprovevoli, infatti,
non paiono
accontentarsi e compiono atti che ledono il principio
di
felicità popolare.
Questa manciata di cittadini perversi
ragiona per
conto proprio, addirittura rifiuta cị che lo Stato le
offre
coś generosamente.
E il loro ragionare autonomo li porta a
informarsi in
modo non conforme;
e questo è un
crimine che lo Stato non pụ tollerare.
Bisogna sapere che un cittadino è felice
fino a
quando segue in tutto e per tutto cị che gli propone
(e gli
impone) l'istituzione statale:
il sapere è fonte di felicità solo se
regolato e
selezionato dallo Stato, che limita la conoscenza del
cittadino per il bene di quest'ultimo.
Quando avviene che un cittadino si
informi da un
canale diverso da quello statale, tale cittadino,
proprio
perché esce dal regime di felicità alimentato
dall'istituzione statale,
si ribella e mette in dubbio
l'autorità, violando quello che è il
principio di
obbedienza popolare e mettendo in pericolo la
felicità dei
suoi concittadini.
È necessario, dunque, che questi
sovversivi
vengano messi in condizione di non nuocere a sé e
agli altri.
Perché un cittadino felice è un cittadino
obbediente.
E un cittadino obbediente è un cittadino
controllabile.
E uno Stato che controlla il popolo
garantisce
l'esistenza sempiterna di un Sistema (onni)potente.
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