Oriolo Romano, Viterbo

luned́ 17 agosto 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Oriolo Romano -

Conclusa ieri la mostra

di pittura e scultura

 

                                   

 

                                   

 

 

 

di Barbara Conti

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

La Chiesa di S. Anna ad Oriolo Romano

(Foto di repertorio)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Una tre giorni tutta all'insegna dell'arte

quella che si è conclusa ieri a Oriolo

Romano, con un'affluenza di pubblico

soddisfacente.

 

Una mostra di scultura e pittura,

organizzata dall'Associazione Tutela

Urbanistica Ambientale (TUA), in

collaborazione con il Comune, che si è

tenuta nella location d'eccezione della

Chiesa di Sant'Anna, dal 14 al 16

agosto scorsi.

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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Poco meno di 30 artisti che esponevano.

 

Una novantina circa di opere e una trentina di

sculture tutte da ammirare.

 

 

Questi i numeri vincenti della mostra, alla sua

seconda edizione, che ha visto dieci espositori in

più rispetto allo scorso anno, come ci racconta il

Presidente dell'Associazione TUA, Paolo D'Attilio,

che ci spiega come l'idea dell'esposizione sia nata lo

scorso anno su proposta di alcuni artisti che poi,

tramite il passaparola, hanno "allargato" il cerchio di

partecipazione e adesione all'iniziativa.

 

Per questo, conclude D'Attilio:

"Dato il riscontro che ha presso la popolazione vale

la pena replicarla il prossimo anno.

 

Il periodo migliore è questo estivo, altrimenti non si

avrebbe lo stesso risultato".

 

 

Quindi la certezza del rinnovato appuntamento con

la mostra anche nel 2010 c'è, in dubbio ancora il

luogo che la ospiterà.

 

Si era pensato, infatti, anche al Convento come

cornice per una manifestazione artistica coś

importante, per la valorizzazione di talenti locali e del

territorio stesso, ma si sta ancora valutando se non

sia un po' "fuori mano".

 

 

Un plauso, dunque, al grande lavoro organizzativo, e

volontario, svolto, che ha portato artisti non solo

Oriolesi (ma anche di Bassano, Canale, Manziana e

Trevignano) qui a via S. Anna.

 

Artisti di tutte le età, professionisti del settore e non,

che hanno toccato varie tematiche, con diverse

tecniche e diffuso i messaggi più svariati.

 

 

Ad esempio Maria Grazia Apostoli, di Manziana, ha

scelto di rappresentare boschi, la natura, i fiori,

paesaggi locali come l'acquedotto di Canale o le

rovine di Monterano, ad acquerello, perché le danno,

specialmente in autunno, un'emozione che prova

trasmettere alla gente con le sue opere, con cui, ci

rivela, vuole dare un messaggio di pace e amore.

 

Soprattutto, peṛ, le fa piacere "sentire i pareri della

gente tra cui spesso ritorna l'idea che i miei quadri

danno serenità:

la cosa mi sorprende dato che sono un tipo agitato".

 

 

Soddisfazione in più, poiché la sua è una passione

coltivata nel tempo libero.

 

Per lei l'appuntamento ora è, dal 17 al 27, alla Sala

delle Esposizioni a Piazza Tubingen a Canale.

 

 

C'è sempre una via d'uscita è invece il messaggio di

una più giovane Sara Mangione.

 

Stessa tecnica, ma tinte più decise, per una "ricerca

di qualcosa di particolare della personalità".

 

 

Nella scultura, invece, ritroviamo l'amore al

femminile di Marina Bernardini, che lavora l'argilla al

minimo dettaglio "perché è quella che mi permette la

massima espressione dell'anima" nel senso più

vasto del termine, anche se nasce come pittrice.

 

Niente tornio, peṛ, tiene a precisare.

 

 

Oppure l'interpretazione delle cose quotidiane e più

banali, anche semplici sassi della strada (i suoi

"I sassi illuminati"), che dà la luce, di Mariano Pizzi.

 

Luce che è "modo di interpretare la vita", che si pụ

misurare (con i meridiani, in "La luce divisa");

la luce della consapevolezza (che si nasce, cambia e

si muore, che il mito de "L'eterna giovinezza" della

sua opera è una chimera), della conoscenza di noi

stessi, di stati d'animo che ritornano all'improvviso

come dei flash dalla nostra memoria.

 

La luce della ricerca del senso compiuto interiore di

ognuno di noi.

 

 

E seguire una progettualità è sempre quello che fa

Pizzi, che vede nella mostra la possibilità di rendere

"interpretabili e leggibili" le sue opere che altrimenti

possono sembrare "scollegate e senza senso".

 

E, a proposito di progetti futuri, ecco che lo scultore

porterà le sue opere anche a Trevignano a fine mese

e, probabilmente, a Capranica, per un viaggio che

continuerà per tutto settembre.

 

 

E magari più lontano "per conoscere altre persone

che mi possano dare qualcosa".

 

Comunque vuole sottolineare come per lui un artista

oggi debba essere poliedrico e accostare diverse

forme d'arte.

 

 

E sicuramente è qui l'insegnamento più grande della

mostra:

non esiste lo scultore, il pittore o altro, ma solo

l'Artista.

 

L'universalità, soprattutto delle tematiche, è

tangibile, infatti, anche a livello locale.

 

 

Ed è proprio nel contributo personale di ogni artista,

che sta la vera ricchezza per il territorio locale.